Usain Bolt non smette mai di stupire. Il giamaicano, che sognava di diventare calciatore, ha annunciato di avere appeso le scarpe al chiodo.
Il 32enne, dopo avere scritto la storia dell’atletica con otto ori olimpici nella velocità, l’anno scorso si era dedicato al pallone, provandoci con i norvegesi dello Stromsgodset per arrivare alla doppietta realizzata in amichevole con indosso la casacca dei Central Coast Mariners al peraltro non irresistibile Macarthur South West United. Al 57′, servito in profondità, aveva resistito alla carica di un difensore e ha battuto il portiere con un sinistro sl primo palo. Al 68′ l’uomo più veloce del mondo aveva invece approfittato di una svista della squadra avversaria per raddoppiare e festeggiare con la sua classica esultanza, parzialmente rovinata dal controllo antidoping a sorpresa avvenuto dopo la partita, evento che aveva turbato la gioia di Bolt: “Non sono professionista e già devono controllarmi?” aveva tuonato il giamaicano.
Con il club australiano non aveva poi trovato l’accordo economico. L’offerta che la dirigenza dei Central Coast Mariners a novembre aveva recapitato all’entourage del giamaicano è stata rifiutata: 95mila euro per un anno sono stati reputati troppo pochi. Gli australiani hanno quindi annunciato che il rapporto si era chiuso ‘con effetto immediato’. “La collaborazione è stata vantaggiosa per entrambi perché la presenza di Bolt ha portato un livello maggiore di attenzione sia ai Mariners che al campionato” avevano fatto sapere.
L’agente Tony Rallis, parlando al ‘Daily Telegraph’, aveva quindi annunciato di aver ricevuto una proposta allettante da un club europeo. Subito si erano sparse voci sul Milan, ma in realtà si trattava del Valletta FC, squadra di Malta. Anche in quel caso, però, non se n’è fatto niente e alla fine Bolt si è definitivamente rassegnato.
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