Non è la prima volta che si sfoga e che denuncia come il mondo del calcio abbia dimenticato colpevolmente il marito, Giuliano Giuliani, solo perchè morto di Aids. Raffaella Del Rosario non si dà pace pensando all’uomo che vinse con la maglia del Napoli la coppa Uefa del 1989 e lo scudetto del ’90 ma che tutti hanno preferito poi disconoscere quando si seppe della malattia e della successiva morte nel 1996, quando aveva solo 38 anni. In un’intervista a Il Mattino la vedova Giuliani ricorda il marito: «Un ragazzo che si era innamorato di Napoli fin dal primo momento che ci aveva messo piede. Era un tipo attento, taciturno e non era neppure un farfallone. Eppure la sua vita se l’è rovinata proprio per un colpo di testa, per una scappatella. Lui mi ha confidato che l’unica sua notte di follia l’ha avuta in Argentina, durante i festeggiamenti per il matrimonio di Maradona con Claudia. Io non potei andare perché da poche settimane avevo partorito la mia Jessica e vedevo in tv lui e gli altri ballare scatenati a quella festa. E io ero in lacrime ad allattare».
IL VIRUS – Scoprì di aver contratto il virus quando era all’Udinese e da quel momento tutti sparirono: «Tutti. Lo lasciarono da solo. Era diventato un fantasma. Lo incrociavano e facevano finta di non riconoscerlo. Lui era ferito per questa indifferenza dei suoi ex compagni. Spariti tutti. Però pochi giorni fa è arrivato un messaggio di Alessandro Renica che mi chiede scusa e si dice pentito per non essere venuto al funerale di Giuliano e che lo ricorda sempre con affetto. Ho risposto che sono contenta che abbia capito l’errore, sia pure a distanza di tutti questi anni. Però è l’unico che ha fatto questo passo. Ce l’ho con tutti, non ci si comporta così verso uno che ha lavorato con te, con cui hai diviso tanti momenti di gioia e di gloria. Al funerale c’erano solo gli amici dell’Arezzo. Eppure l’Aids non era una malattia che poteva compromettere la salute degli altri, lui non ha fatto correre dei pericoli a dei compagni».
IL DESIDERIO – Un sogno però la vedova Giuliani ce l’ha: «Negli anni hanno organizzato delle partite di vecchie glorie, sarebbe stato bello se ci avessero chiesto di partecipare. Vorrei tanto che se ci fosse una gara per ricordare l’impresa europea di 30 anni fa e che anche io e mia figlia Jessica fossimo presenti. Soprattutto per mia figlia: aveva 7 anni quando ha perso il papà e può solo intuire l’amore che i napoletani avevano per Giuliano. Sarebbe ora che mi invitassero per ricordarselo. Non hanno mai fatto niente. E non è giusto».