Veronica Minati non è una pallavolista come tutte le altre: “Gioco in serie B1 e sono professionista dall’età di 17 anni, proprio quando mi fu diagnosticato il diabete, cosa che mi ha decisamente cambiato la vita, anche se col supporto della famiglia e dei medici sono riuscita a continuare il mio sogno”.
“Il diabete è una malattia che ti insegna a crescere prima, ad autogestirti, e lo sport in questo senso mi ha aiutato, anche perchè i risultati sul campo sono arrivati dopo, con l’argento europeo under 18 e le promozioni in serie A – ha raccontato a Virgilio Sport -. Non penso a come sarebbe stata la mia carriera senza questa malattia che è abbastanza invalidante ma c’è di peggio”.
“Io gioco nel ruolo di opposto, ho avuto tanti modelli, quando ho iniziato mi ispiravo alla Togut e ho avuto la fortuna di giocare contro miti come la Aguero, che ha fatto la storia a Perugia. Ora è esplosa la Egonu che sta facendo vedere cose grandissime per la sua età ma bisogna lasciarle i suoi giusti tempi di crescita”.
“Io ovviamente vedevo Mila e Shiro da piccola, anche se ho iniziato perchè sono stata scelta alle medie, anche per la mia altezza. Non abbandonerò mai del tutto questo sport e mi piacerebbe allenare le ragazzine, cosa che sto già facendo a Perugia”.
Veronica, insieme ad altri sportivi come il pilota di rally Claudio Gotti e il maratoneta Antonio Pilia, venerdì era a Firenze in occasione di un’importante conferenza stampa in cui l’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici (A.N.I.A.D.) e la Federazione Italiana Rugby (F.I.R.) hanno presentato la campagna “Diabete: LIBERI di vincerlo – Alleniamoci a farlo!”.
La campagna prevede la distribuzione di un vademecum dove i diabetici potranno trovare una miniera di informazioni per praticare attività fisica e sportiva in sicurezza.
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