Ormai gli eSport sono stati riconosciuti come attività sportive a tutti gli effetti, eppure resta l’idea che si tratti di uno sport statico e poco faticoso. Non è così. Per diventare progamer è necessario uno stile di vita sano, che comprende una corretta dieta alimentare e tanto allenamento. Non parliamo solo di ore e ore davanti alla console, ma anche di palestra e fisioterapia per i videogiocatori professionisti.
A che serve l’attività fisica a un proplayer? Lo scopo è quello di ottenere migliori funzioni cognitive e più efficaci tempi di reazione durante le competizioni. Può capitare, infatti, che nel pieno di una partita un giocatore possa avere formicolii alla mano e perdere solidità nel controllo dei comandi, o ancora peggio avere problemi con il tunnel carpale (ci sono casi in cui è addirittura necessario l’intervento chirurgico). Anche perché quotidianamente i progamer possono raggiungere anche le 12 ore di allenamento.
Ma non è l’unica patologia. C’è chi soffre di dolori alla schiena, per il troppo tempo trascorso seduti (e forse in malo modo) fino ad arrivare alla sindrome di Burnout: la classica forma da esaurimento, dovuta ad alcuni tipi di lavoro. C’è chi allora suggerisce di allenarsi almeno 5 volte a settimana, assumere i liquidi necessari e seguire una dieta che comprenda tanti piccoli pasti da consumare durante il giorno piuttosto che pochi e abbondandi.
Per chi non fosse ancora convinto può andare su Twitch e cercare il canale “Heroes of Fitness“, che si occupa proprio di proporre i giusti esercizi che un progamer dovrebbe fare per mantenersi in forma, come lo stretching del polso, attività per sciogliere spalle e collo, e movimenti per favorire l’allungamento dell’anca e dei flessori.
Insomma, la vita da videogiocatori professionisti non è così ‘comoda’ come si crede. E voi, avete mai pensato di diventare dei proplayer?
HF4