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Volley, chi è Daniele Lavia: prestazioni e carisma, il leader di cui l’Italia aveva bisogno

L'Italvolley di De Giorgi ha trovato un trascinatore in Daniele Lavia. L'ultimo europeo è una sorta di investitura per l’avvenire: in un roster giovane, affamato e motivato, il calabrese è già un pilastro

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Giovani, belli e (tutto sommato) ancora vincenti. Perché hanno ragione quelli del volley: una medaglia d’argento va sempre e comunque festeggiata, senza rimpiangere il fatto che avrebbe potuto essere d’oro. Una medaglia è sempre una medaglia e Daniele Lavia nella sua collezione di casa farebbe bene ad aumentare lo spazio: dopo le due d’oro conquistate nel 2021 (Europei) e 2022 (Mondiali), ecco che nella notte del PalaEur ne è arrivata un’altra, appunto la prima d’argento, che pure luccica come le altre pensando al cammino fatto dagli azzurri di De Giorgi nel corso della rassegna continentale.

Anche perché Daniele in questo percorso è stato molto più che un semplice attore: per continuità di rendimento e prestazioni, probabilmente nessun compagno s’è avvicinato al suo livello.

È una sorta di investitura anche per l’avvenire: in un roster giovane, affamato e motivato come quello azzurro, sapere di poter recitare il ruolo del leader non è cosa da poco. Lavia però sembra rispondere pedissequamente a tutti i requisiti del caso.

La biografia di Daniele Lavia

Classe 1999, nato a Cariati, hinterland cosentino, Daniele ha ereditato la passione per il volley dal fratello Antonio, di cinque anni più grande. È seguendo le orme del fratello maggiore che il più piccolo dei Lavia è entrato in palestra, poco più che undicenne, trovando sulla sua strada una figura fondamentale nella sua crescita di adolescente e giocatore.

Giacomo Bozzo è un istruttore, nonché un professore di matematica e fisica (oggi insegna a Vicenza), ma con la passione per la pallavolo insita da sempre nell’animo. E per quattro anni, fino al 2014, ha seguito passo dopo passo la crescita di Daniele.

Ho sempre pensato che un giorno sarebbe potuto arrivare in alto, e anzi allo staff di tecnici della Pallavolo Rossano dicevo sempre che il nostro unico compito avrebbe dovuto consistere nell’evitare di fare danni, impedendogli di arrivare a vestire la maglia azzurra. Però ammetto che pensavo a quella delle squadre giovanili, non a quella della nazionale maggiore. E invece…

Il faro di tutto il movimento regionale calabrese

E invece Lavia, giorno dopo giorno, ha saputo andare oltre le più rosee aspettative. Bravo a scuola, esigente e molto professionale durante il lavoro settimanale in palestra, Daniele in poco tempo è diventato il faro di tutto il movimento regionale calabrese.

E a Corigliano e Castellana Grotte ha trovato il modo per crescere e farsi notare, divenendo al contempo uno dei punti di forza delle nazionali Under 19 (argento europeo nel 2017) e Under 21: con quest’ultima nel 2019 ha conquistato l’argento mondiale, eletto miglior schiacciatore della manifestazione.

Nel frattempo aveva già deciso di trasferirsi al Nord, a Ravenna, prima di spiccare il volo a Modena, scegliendo di giocare in uno dei club storici del panorama nazionale. È il 2020, e in piena pandemia sta nascendo un nuovo fenomeno.

L’amore per l’Azzurro

Quell’anno le nazionali restano al palo (per ovvie ragioni), ma nel 2021 c’è tempo e modo di rimediare. Lavia viene convocato da Chicco Blengini per i giochi di Tokyo, e la sua convocazione (assieme a quella di Michieletto, di due anni più giovane) fa un po’ discutere, perché finisce per sbarrare la strada a Pippo Lanza, sino a quel momento schiacciatore inamovibile (ci sono anche Kovar e Juantorena, entrambi all’ultimo ballo).

Quando tre settimane dopo la disfatta in terra nipponica (con Daniele sempre ai margini delle rotazioni) arriva De Giorgi, è evidente come nella sua testa quel martello che intanto ha deciso di trasferirsi a Trento sia destinato a diventare titolare indiscusso.

Daniele e la nuova generazione di talenti

La vittoria a Eurovolley 2021 testimonia la bontà della scelta: una nuova generazione di talenti si è affacciata sul suolo del volley nazionale, e Lavia ne incarna alla perfezione spirito e qualità tecnica.

Anche perché è duttile come pochi: forte in attacco, ficcante al servizio, efficace a muro. Di più: a Trento coach Lorenzetti lo sperimenta spesso in più ruoli, facendogli fare anche l’opposto “occulto”.

Daniele così continua a crescere e progredire e la vittoria nel Mondiale 2022 sta lì a dimostrare che niente e nessuno sono in grado di arrestarne la crescita.

L’ultimo ad arrendersi, da leader vero

Nell’ultimo Europeo, se possibile, in concetto viene ulteriormente amplificato: con Michieletto e Romanò più discontinui del solito, sono proprio le prestazioni dello schiacciatore calabrese a spedire l’Italia dritta verso la finale, dove la forza d’urto della Polonia si rivela però alla stregua di un ostacolo insormontabile.

Nonostante tutto, anche nella serata più triste della rassegna Lavia dimostra di volerci provare fino alla fine: con 13 punti è il miglior scorer azzurro, l’ultimo ad arrendersi anche nel terzo set, quando prova a spingere i compagni con tutte le forze. Da leader vero, quale ormai è diventato.

Il sogno di Parigi

Aspettando il preolimpico in terra brasiliana, il 2023 di Lavia è comunque già da annoverare tra gli anni migliori della sua giovane carriera. Perché a maggio s’è cucito al petto il primo scudetto in carriera, con Trento che ne ha esaltato la voglia di rendere facili anche le cose difficili.

Non avrà molto tempo per riposare e pensare a quanto di buono fatto nel corso dell’ultima estate, ma di sicuro nella sua testa c’è già quello che è un po’ il grande sogno suo e di un’intera generazione di appassionati: mettere al collo quella medaglia d’oro olimpica che aiuterebbe a chiudere un cerchio e far fare all’Italia i conti (stavolta si) col passato.

Dove non sono arrivati Lucchetta, Zorzi, Bernardi, Giani, Papi, Bracci, Mastrangelo, Zaytsev e Juantorena, magari potrebbe spingersi Lavia, sulle cui spalle larghe milioni di appassionati (oltre 4 milioni e mezzo sabato scorso davanti alla tv) confidano di riporre anni di attese, speranze e desideri.

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