Che il modello Fip possa essere replicato dalla Fipav è opzione assolutamente realistica. Sta sul piatto da tempo, inutile nasconderlo. All’Italvolley femminile manca il coach: la risoluzione consensuale con Davide Mazzanti ha lasciato sguarnita la panchina azzurra e, sebbene non vi sia alcuna intenzione di andare di fretta, è evidente che i tempi per l’individuazione del nuovo Ct si fanno sempre più stretti con il passare delle settimane.
- Tutte le strade portano a Julio Velasco
- Tempo pieno o part time: il dilemma della Fipav
- Petrucci a Tutti Convocati
- Il modello Fip e l'ufficialità di Velasco
Tutte le strade portano a Julio Velasco
Julio Velasco è da un po’ il nome forte che circola negli ambienti del volley: uno degli allenatori più vincenti della storia della pallavolo italiana con un roster – l’abbiamo ribattezzata, a ragione, la generazione dei fenomeni: Giani, Zorzi, Lucchetta, Bernardi e un’epoca indimenticabile – che ha conquistato di diritto un posto nell’Olimpo del volley.
Velasco principale indiziato: anche per una serie di caratteristiche complementari che si aggiungono a quelle puramente tecniche fino a determinare uno status elevatissimo. È stato uomo della Federazione, ha il carisma e l’autorevolezza che non sono solo una rendita acquisita ma anche un bagaglio inesauribile che si alimenta giorno dopo giorno. Quanta e quale concorrenza debba fronteggiare, non è dato saperlo ma i papabili ct dell’Italvolley – tra chi è già felicemente occupato e chi non convince fino in fondo – non sono molti.
Tempo pieno o part time: il dilemma della Fipav
Giuseppe Manfredi e la Fipav devono solo decidere se continuare a tutelare e sostenere il principio di un allenatore a tempo pieno, che si occupi solo di Italia, o se sdoganare anche nel volley quel che – per esempio – nel basket italiano non è più un tabù.
Il freschissimo caso di Gianmarco Pozzecco, cui è stato concesso un nulla osta per sdoppiare il suo ruolo di allenatore (non più soltanto ct dell’Italbasket ma anche nuovo coach dell’Asvel Lyon-Villeurbanne). Non è il primo caso, il Poz, di un incarico part time nella pallacanestro nazionale: identico trattamento, per esempio, era stato riservato a Ettore Messina nel 2016, simultaneamente in panchina con gli azzurri e con i San Antonio Spurs in Nba.
Petrucci a Tutti Convocati
Ed è, quella del doppio incarico, una figura cui le due discipline – basket e volley – hanno ampiamente mostrato di dare credito: in Europa è una prassi consolidata, del resto lo ha spiegato bene – con concetti chiari e oggettivi – Giovanni Petrucci, presidente della Federazione italiana pallacanestro, intervenuto nel pomeriggio alla trasmissione radiofonica di Radio 24, “Tutti Convocati”.
A colloquio con Carlo Genta e Pierluigi Pardo, il patron della Fip è tornato sulla decisione di concedere il via libera all’avventura francese di Pozzecco. In qualche modo, Petrucci ha tracciato un corso attingendo dalle esperienze degli altri, quelle che nei Paesi dell’Europa sono un dato di fatto:
Oggi sia basket che pallavolo hanno il doppio incarico. Perché avrei dovuto tenere fermo un allenatore a cui un mito come Tony Parker (il cestista francese più grande di sempre, ex stella Nba e attuale presidente dell’Asvel, ndr) ha avanzato un’offerta tanto importante? Comprendo l’esigenza di avere un Ct che debba girare per vedere partite e visionare i giocatori e fare promozioni ma sono situazioni che si vivono soprattutto nella fase iniziale del mandato. La verità è che un allenatore vuole stare in panchina.
Parole inconfutabili: diventa questione di flessibilità, di metodo, di approccio ma occorre anche legarsi ai tempi che cambiano.
Il modello Fip e l’ufficialità di Velasco
Resta, quello indicato da Petrucci, un modello: non l’unico e, probabilmente, nemmeno il più condiviso, visto quanto accade nelle altre discipline (il calcio, in tal senso, è forse lo sport che segue un modello diametralmente opposto).
Potrebbe però avere un seguito a stretto giro e diventare l’orma su cui muoverà i passi anche la Fipav. Sebbene Manfredi abbia sempre detto che le opzioni da vagliare prima di individuare il nuovo allenatore dell’Italvolley femminile, sono quattro o cinque, è altrettanto veritiero che per i principali organi di stampa – tra tutti la Gazzetta dello Sport, che ne ha dato conto con largo anticipo – intorno al nome di Velasco sia già stato deciso tutto e che occorra solo formalizzare quanto decretato.
Di più: non rappresenterebbe un problema neppure la permanenza di Velasco sulla panchina di Busto Arsizio (dove la stagione di A1 è iniziata male), nonostante l’accordo triennale con i bustocchi preveda che si possa liberare in caso di chiamata dalla Nazionale.
L’ufficialità dovrebbe arrivare con il prossimo Consiglio Federale: sarà l’occasione in cui il nuovo corso del volley azzurro, dopo un reset necessario, procederà spedito verso Parigi 2024. Con Paola Egonu già in formato extralarge e di nuovo al centro del progetto, con qualche gradito ritorno (Moki De Gennaro su tutte) e con la conferma delle belle novità introdotte durante il ciclo di Mazzanti, prima tra tutte la giovanissima Ekaterina Antropova.