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Vuelta 2023 tappa 14, Evenepoel reagisce da campione: vittoria in solitaria a Belagua

Capolavoro di Remco Evenepoel nella 14a tappa della Vuelta 2023 che strappa la maglia a pois del leader della montagna dalle spalle di Vingegaard e centra il successo 49 in carriera. Kuss sempre leader

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

I grandi campioni hanno un cuore altrettanto grande, e Remco Evenepoel non fa eccezione. Perché ci vuole un talento smisurato per andare a prendersi una tappa con oltre 8’ di vantaggio sul gruppo, partendo ai -150 dall’arrivo, il giorno dopo aver preso una “micciola” che al solo pensiero qualcuno avrebbe fatto le valigie e salutato tutta la carovana.

I 27’ presi nella tappa del Tourmalet sono già un lontano ricordo per il fuoriclasse belga, che centra la 49esima vittoria in carriera imponendosi d’autorità nella frazione che arriva al Puerto de Belagua, dove i big della generale preferiscono andar su del loro passo senza dannarsi troppo l’anima, nonostante Juan Ayuso tenti un’accelerata sul Puerto de Larrau, subito rintuzzata dal forcing degli uomini Jumbo Visma.

Una giornata in più in rosso e senza patemi per Sepp Kuss, che rimane il leader di una Vuelta che si appresta a vivere l’ultima frazione della seconda settimana dove ancora una volta le salite saranno all’ordine del giorno, ma dove aspettarsi troppi scossoni è abbastanza improbabile.

Celebriamo l’impresa (e le lacrime) di Remco

E, allora, è giusto celebrare l’impresa di Remco, che scappa via con un gruppetto di fuggitivi di una ventina d’unità (del quale facevano parte anche Caruso e Dainese) e poi, una volta rimasto solo con Romain Bardet, lo porta via su tre salite prima di staccarlo a una manciata di chilometri dall’arrivo, col francese in riserva che s’accontenta di giungere onorevolmente al secondo posto.

Evenepoel si prende così anche la maglia a pois del leader della montagna, strappandola dalle spalle di Vingegaard, ma soprattutto si lascia andare a un pianto liberatorio dopo l’arrivo, che ne dimostra il lato umano e la capacità di non avere alcun problema a mostrare le sue fragilità in pubblico (alla sua età solo Merckx e Sagan avevano vinto più corse in carriera).

Domani altra tappa mossa, adatta per attaccanti e cercatori d’oro: si parte da Pamplona e si arriva a Lekunberri dopo 158 chilometri, con tre GPM (uno di terza e due di seconda categoria) destinati a movimentare la tappa, ma non certo a fare la differenza.

Le pagelle della 14a tappa: TOP

  • REMCO EVENEPOEL 10. Per l’umanità che trasmette. Per la bravura che lo contraddistingue. Per il coraggio che mai gli è mancato. Per la capacità di dimenticare in fretta una batosta che avrebbe abbattuto un elefante. Chi critica Remco dovrebbe chiedersi se non abbia sbagliato mestiere: si può vincere come si può perdere, si può azzeccare una mossa o sbagliare senza ritegno, ma si deve sempre ripartire e dimostrare di avere classe, fegato e talento. Remco ha tutto: quelle lacrime dopo il traguardo valgono più di mille parole. E intanto s’è ripreso la maglia a pois, mandando pure segnali bellicosi in vista del Lombardia.
  • ROMAIN BARDET 9. Trova uno che va più forte di lui, sia di gamba che di tigna, e può solo inchinarsi di fronte alla bellezza dell’impresa di Remco. Romain però è un tipo tosto: parte da lontano, non ha paura di prendersi i suoi rischi, perde contatto sull’ultima salita, ma arpiona un secondo posto che vale. E che dice che c’è un po’ di sole sul pianeta Francia, anche se solo a giorni alterni.
  • JUAN AYUSO 7. Perché è l’unico che ci prova per davvero, magari senza troppa convinzione o solo con la voglia di vedere l’effetto che fa. In una Vuelta “bloccata” dalla triade in maglia Jumbo Visma, lo spagnolo sembra essere l’unico capace di provare almeno a incutere un po’ di timore, adesso che Remco è lontano (oggi in modo differente, ma sempre lontano).
  • SEPP KUSS 7. Passano i giorni, ma lui rimane sempre il leader. E al di là di quelle che saranno le tattiche di casa Jumbo Visma, lui fa vedere di star bene e di avere la gamba giusta per poter reggere fino a Madrid. Roglic e Vingegaard lo attaccheranno, magari sull’Angliru? Intanto la maglia resta sulle sue spalle. E non è mai scontato.

Le pagelle della 14a tappa: FLOP

  • DAMIANO CARUSO 5,5. Il Damianone nazionale ci prova sempre, tanto che delle fughe è ormai un habitué. Poi però gliene manca sempre una per fare conto pari, e questo è il vero problema. Sulle rampe non impossibili di giornata magari avrebbe potuto esserci lui al posto di Bardet, anche se poi sarebbe stato impossibile tenere la ruota di Remco.
  • BAHRAIN VICTORIOUS 4,5. Questa ce la devono proprio spiegare: fanno tiare a tutta (oddio, qualcosa di simile) Wout Poels sull’ultima salita, magari per provare a staccare qualche rivale di Landa con vista sulla top 5 e di Buitrago per la top 10. Risultato? Buitrago salta e perde terreno lui, anziché i rivali (pass ada 3’ a 5’ di ritardo dalla decima posizione). Autolesionismo, questo sconosciuto?

Classifica generale dopo la 14a tappa

1. Sepp Kuss (Jumbo Visma) 51h04′54”.2. Primoz Roglic (Jumbo Visma) +1’37”. 3. Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) +1’44”. 4. Juan Ayuso (UAE Team Emirates) +2’37”. 5. Enric Mas (Movistar) +3’06”. 6. Marc Soler (UAE Team Emirates) +3’10”. 7. Mikel Landa (Bahrain Victorious) +4’12”. 8. Aleksandr Vlasov (Bora Hansgrohe) +5’02”. 9. Cian Uijtdebroeks (Bora Hansgrohe) +5’30”. 10. Joao Almeida (UAE Team Emirates) +8’39”.

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