Qualche ferita dentro se la porta ancora, ma il presente gli piace e il futuro la solletica. Wanda Nara torna a parlare di sè, di Icardi, del suo matrimonio finito con Maxi Lopez e del futuro. Lo fa in un’intervista a Confidenze in cui spiega come e perché si innamorò del bomber oggi al Psg e cosa l’ha spinta a lasciare la sua carriera di modella per seguire inizialmente Maxi Lopez e oggi Maurito.
Wanda Nara non perdona Maxi Lopez
Dice Wanda Nara: “Ero molto popolare nel mio Paese. A dire il vero lo sono ancora. Ma quando ho sposato Maxi Lopez ho mollato tutto e l’ho seguito in Italia. Proprio perché avevo accettato di lasciare l’Argentina e avevo rinunciato alla mia carriera per permettere a Maxi di realizzare il suo sogno, non ho potuto perdonargli l’infedeltà. Ho messo in valigia le mie cose, i pannolini e con tre bambini piccoli sono tornata nel mio Paese, anche se sapevo che non sarebbe stato facile ricominciare a lavorare dopo una pausa così lunga. Non mi meritavo un tradimento, ma sono un Sagittario e non mi faccio abbattere”.
Wanda rivela il sogno di Mauro Icardi
La svolta fu l’incontro con Mauro Icardi, quando l’attaccante aveva 19 anni e giocava nella Sampdoria. “Era giovanissimo, ma si capiva che era diverso, speciale. Non fa mai le cose perché sono di moda, non finge e dice quello che pensa. È un uomo vero. Per questo, dal momento in cui è iniziata la nostra storia non ho mai avuto paura che mi tradisse. Il suo sogno è quello di andare a vivere in campagna e occuparsi totalmente della famiglia appena smetterà di giocare”
“Tutti noi amiamo l’Italia, anche i miei figli. A Parigi si sono ambientati bene ma a loro piacerebbe tornare in Italia, che considerano la vera casa. Quando ci siamo venuti, a luglio, Francesca era così contenta che ha detto al papà: “Adesso scendo dalla macchina e bacio tutti quelli che passano, amo l’Italia!“.
Wanda Nara ha ammesso infine di essere diventata procuratrice sportiva per caso. L’ha fatto per Mauro Icardi e la sua carriera è iniziata di fatto otto anni fa. “Sono entrata in un mondo completamente maschile, non conosco altre donne che facciano questo mestiere. Ma credo di essere stata un esempio positivo. E se i primi tempi tutti mi guardavano in modo strano, poi hanno capito che posso litigare come un uomo anche se porto i tacchi. Mi sono conquistata il rispetto e non era facile”.