E’ stato un autentico peccato non averlo mai visto in campo con una squadra italiana. Ma ormai è tardi. Ze’ Roberto, l’uomo per cui l’orologio biologico non ha mai scandito le ore, ha lasciato il calcio. Il leggendario brasiliano lo ha fatto a 43 anni suonati (è nato il 6 luglio del 1974 a Ipiranga, nel Paranà) giocando l’intero incontro vinto dal suo Palmeiras contro il Botafogo per 2-0. E uscendo dal campo in lacrime.
Laterale sinistro, capace di giocare sia in attacco che in posizione più arretrata, ha iniziato la sua lunghissima carriera da professionista nel Portuguesa di San Paolo. Il primo approdo in Europa è del lontanissimo 1997. Ad acquistarlo fu il Real Madrid, che però credette poco in lui e lo rimandò in patria, al Flamengo di Rio de Janeiro, con la formula del prestito, per poi liberarsene. Ma nel 1998 Ze’ Roberto è di nuovo nel Vecchio Continente, precisamente in Germania. Al Bayer Leverkusen rimane fino al 2002, poi in compagnia di quel simpaticone di Michael Ballack si trasferisce al Bayern Monaco dove rimane fino al 2009, se si eccettua una parentesi, nella stagione 2006-07, con il Santos, la squadra che fu di Pelé. Lascia la Germania e la Bundesliga soltanto nel 2011 dopo un biennio passato a difendere i colori dell’Amburgo. Quindi accetta di andare a prendere una carrettata di petrodollari all’Al-Gharafa in Qatar e si produce nel definitivo ritorno in Brasile, per giocare prima con il Gremio e quindi con il ‘Verdao’. Con cui ha tra l’altro vinto il ‘Brasilerao’ andando ad alimentare una bacheca fatta di campionati, coppe e supercoppe. Ma non della Champions League, per esempio: con il Bayer Leverkusen la sfiorò nel 2002 cedendo in finale al Real Madrid all’Hampden Park di Glasgow. Anche con la nazionale brasiliana, con cui ha giocato 84 partite (realizzando 6 reti), gli è purtroppo mancato l’acuto: nel 1998, con la Seleçao, ha giocato la finale, che però è andata ai padroni di casa francesi.
SPORTAL.IT