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Addio a Piero Angela, tifoso della Juve, ammiratore di Buffon e amico di Gratton

Il conduttore scientifico è morto a 93 anni, l'annuncio del figlio Alberto che non aveva le stesse simpatie calcistiche

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Non è solo il mondo della cultura e della scienza ad essere in lutto per la morte di Piero Angela. Il conduttore e divulgatore scientifico si è spento nella notte tra il 12 e il 13 agosto, all’età di 93 anni e lascia un vuoto incolmabile nel giornalismo e in tutta la società civile. Nato a Torino il 22 dicembre 1928, aveva da poco celebrato i suoi 70 anni in Rai. Volto rassicurante e grande conoscitore delle bellezze d’Italia con i suoi programmi ha portato la cultura, tramite il piccolo schermo, nelle case di milioni di italiani. A confermare la morte del giornalista è stato il figlio Alberto con un post su Instagram, tre sole parole: “Buon viaggio papà”.

Piero Angela tifava per la Juventus

Da antico piemontese Piero Angela non ha mai nascosto la sua fede juventina: “Da torinese, lo sono per ragioni sentimentali ma se gioca male lo ammetto”, diceva. Di tutt’altra sponda il figlio Alberto che ha seguito in tutto le orme del padre tranne che nella fede calcistica. Sin da giovane ha iniziato a tifare Milan. Ha un amore e un affetto viscerale per la dinastia Maldini: da Cesare a Daniel.

Il figlio Alberto è un acceso milanista

Il presentatore non si perde una partita e qualche volta va anche allo stadio. Diverso tempo fa venne intercettato in tribuna autorità nel corso di un Juve-Milan accanto a Donnarumma e Gazidis.

Angela ammise: Facile tifare per la Juventus

Nella sua autobiografia, intitolata Il mio lungo viaggio (Mondadori), Piero Angela ammise: “Devo ammettere che è facile essere tifosi della Juventus, una squadra che un anno sì e l’altro no vince il campionato. È molto più nobile essere tifosi del Torino… che fa soffrire i suoi sostenitori, e che proprio per questo richiede tanta dedizione e tanto amore”.

La stima di Angela per Buffon

Da Fabio Fazio Piero Angela si soffermò su Buffon dicendo: “Gigi Buffon è una persona particolare, non è solo un grande atleta. Io lo ammiro molto come tutti noi, come persona. Poi un uomo forte, che sa anche piangere, è una bella cosa. Questo mi ha commosso molto”.

All’epoca il portiere stava per rinnovare con la Juve: “a 40 anni è un bambino. Io a 40 anni ho cambiato mestiere, facevo prima il conduttore di telegiornale e ho cominciato a fare il divulgatore scientifico, quindi… può anche giocare un altro sport. Il fisico ce l’ha, e anche la forza”.

Angela è stato molto amico di una leggenda della Roma, Gratton, e quando questi morì ricordò a Roma tv: “È un’amicizia antichissima, ci siamo incontrati la pirma volta nel 1955, quando feci un documentario sulla battaglia di Waterloo e venni a Roma per montarlo, e lui dirigeva il reparto grafico. Era un bravissimo creativo e insieme facemmo molte grafiche per ricostruire la battaglia. Quando poi tornai a Roma, ci ritrovammo e nel 1970 facemmo insieme una serie di documentari scientifici di un’ora, che si chiamava “Destinazione Uomo” un viaggio nei vari campi della ricerca scientifica biologica e neurologica. Ci siamo frequentati ogni giorno per un anno e siamo diventati molto amici. Ci siamo trovati subito. Poi abbiamo iniziato a viaggiare insieme con le famiglie”.

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