Era un messaggio in codice per i camorristi? Un saluto a un amico detenuto? Uno scherzo? Continua a far rumore, e non solo per lo svarione in italiano, il videomessaggio diffuso ieri da Lorenzo Insigne su Tik-Tok in cui si sente il capitano del Napoli dire: “Ciao, Checco. Ti sono vicino, mi raccomando. Ti auguro una presta libertà. Forza Napoli, ciao”. Non bastavano le critiche per il suo addio a giugno con destinazione Toronto, ecco scoppiare una nuova bufera.
Il consigliere dei Verdi Borrelli parla di frasario sospetto per Insigne
Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ha spiegato che sarebbe una frase spesso adoperata per mandare un saluto a persone detenute dicendo: “Si tratta di un frasario tipico degli ambienti criminali e ci sono addirittura pagine sui social che inneggiano alla camorra e che usano questo frasario per giustificare e solidarizzare con i carcerati e spesso inveiscono contro le forze dell’ordine”.
“Crediamo, conoscendo la qualità umana di Insigne, che sia trattato di uno scherzo probabilmente mal riuscito”. Anche esponenti della polizia hanno voluto prendere le distanze dall’iniziativa di Insigne e in breve è deflagrata la polemica.
A chiarire tutto a La Repubblica è il procuratore di Insigne, Vincenzo Pisacane, che dice: “Lorenzo aveva trascorso con la moglie e alcuni amici un paio di giorni a Roma. Alla stazione ha incontrato alcuni ragazzi che stavano andando a Roma e lo hanno riconosciuto. Così gli hanno prima chiesto di scattare una foto insieme, poi di mandare gli auguri al fratello di uno di loro, costretto in casa da diversi giorni perché positivo al Covid”+
“Ma come si fa a pensare altre cose? Sono sconcertato. Ma in che mondo viviamo? Si vede benissimo che Lorenzo ride. Ma davvero qualcuno pensa che un uomo e un calciatore come Lorenzo, il numero dieci della Nazionale italiana, possa aver voluto, con quella frase, mandare un messaggio diverso dagli auguri di pronta guarigione a un ragazzino di dciassette anni che da giorni non poteva uscire perché affetto dal Covid? Ma per favore…”,