Giacomo Agostini, il più vincente della storia del motociclismo, oggi compie 80 anni. A La Gazzetta dello Sport, il 15 volte campione del mondo ha ammesso: “Da un lato mi vergogno. E da una parte mi mette anche un po’ di tristezza. Perché mi guardo e dico che è impossibile che siano così tanti. Vado ancora in moto, e l’altro giorno al Paul Ricard ho toccato i 250 all’ora, mi sento bene, faccio tante cose come prima, non più con la stessa intensità, ovvio, ma non mi sono mai fermato. Salto, corro, vado in piscina, prendo il badile, zappo… Paura della morte? Sì. Quando correvo non ci pensavo, a quell’età sei un po’ incosciente”.
Agostini è felice di ciò che ha raccolto: “Sono onesto, sogni da realizzare non ne ho, perché sono convinto di avere avuto molto dalla vita. Questa mia grande passione, questo grande amore che è la moto mi ha dato tutto. Pensa a quanti come me che amavano le corse, hanno cominciato e poi non sono riusciti a fare niente. Io invece ho avuto più di quello che sognavo, non sarei onesto ma un vigliacco se mi lamentassi. Invece sono un uomo felice. Anche se sì, ogni tanto me lo dico che mi piacerebbe correre ancora in moto. Il mio record? Penso che sia possibile batterlo, ma per il momento no, non vedo nessuno che può. L’unico è Marc Marquez, se tornasse come prima. Spero guarisca, ma ha perso tre anni, l’età avanza e sarà dura arrivare a 15”.
Agostini non ha dubbi sul momento più bello della carriera e sul rammarico: “Non ne ho solo uno. Ma se proprio devo, l’11 settembre 1966, il giorno del mio primo Mondiale in 500, a Monza. Il rammarico? Quando ho perso il primo Mondiale a Suzuka nel 1965. Sono stato campione del mondo della 350 fino a pochi giri dalla fine, prima che un filo elettrico saldato male si staccasse per le vibrazioni. È una delusione che non mi è mai passata, ogni tanto ci penso ancora”.
Infine, Agostini ha scelto la griglia di partenza con cui gli piacerebbe correre: “Vorrei avere vicino a me Mike Hailwood, Kenny Roberts, Jarno Saarinen, Valentino Rossi e Marc Marquez. Ma due file non bastano, nella terza metto Phil Read, Jim Redman e… Marco Lucchinelli. Con una griglia così arrivano 400mila persone a vederci”.