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Allegri: Cancelo se ne sbatte di difendere, all'estero è così

L'allenatore bianconero invita i settori giovanili a non “robotizzare” i bambini

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Allegri: Cancelo se ne sbatte di difendere, all'estero è così Fonte: Ansa

La grande differenza tra il calcio italiano e quello straniero? La mentalità difensiva che da noi c’è e all’estero manca o quasi. Chi viene da fuori è sempre portato ad offendere. Questo il pensiero di Massimiliano Allegri che, da Coverciano in occasione del simposio per i 120 anni della Figc, fa un esempio: “Prendiamo Cancelo, è uno dei più bravi, un giocatore formidabile ma fa fatica in fase difensiva perchè non lo accettano, se ne sbattono proprio perchè all’estero ragionano così”. Allegri non ha mai allenato all’estero ma ha esperienza sufficiente per dire: “Siamo diversi. Abbiamo svantaggi perchè loro ti danno meno riferimenti quando hanno la palla e devi cambiare l’impostazione della difesa rispetto a quello abituale in campionato. Devi fare una fase difensiva completamente diversa, il vantaggio è che non lavorando molto tatticamente in difesa – a parte gli allenatori italiani o Guardiola – puoi approfittarne, occupano male gli spazi, lasciano linee di passaggio. Non ho avuto un’esperienza all’estero, ma sentendo parlare i colleghi dico che è impossibile andare a cambiare una cultura radicata per tanti anni, come è impossibile per noi che dobbiamo però cambiare certe nostre convinzioni. Quando giochi partite internazionali qualche vantaggio ce l’hai, siamo capaci mentalmente di stare dentro la partita a difendere in qualunque momento, gli altri invece prendono e giocano e magari fanno due gol in 10 minuti come è capitato a noi. Sono migliorati all’estero anche grazie al lavoro dei nostri tecnici, che hanno portato un lavoro diverso a quello cui erano abituati, ma cambiare la loro cultura non si può”.

DOVE MIGLIORARE – L’Italia invece in qualcosa deve cambiare: “Noi possiamo fare un passo avanti nella cultura sportiva, come diceva Ancelotti, e nel settore giovanile. Ai bambini si insegna che il 2 deve dare la palla al 3 e il 3 al 4, invece di lasciarli giocare. Noi dobbiamo migliorare ma senza scimmiottare gli altri paesi. E’ un lavoro importante, tutti noi dobbiamo assumerci la responsabilità anche nei confronti degli insegnanti dei bambini. Altrimenti sento dire tutti che non vengono fuori i giovani, quando siamo noi i primi che vogliamo meccanizzare i giocatori. I creativi vanno lasciati stare, altrimenti diventano tutti impiegati. La differenza la fanno sempre i bravi giocatori. Ieri mi hanno chiesto se erano messi male i tre davanti ma che diciamo? Non è che uno deve stare per forza a destra e l’altro per forza a sinistra, rispetto all’estero in questo siamo indietro, lo ripeto. Io parlo spesso con gli allenatori del settore giovanile della Juve, è chiaro che anche il risultato fa parte della crescita dei bambini, sono competitivi da loro perchè è così anche quando si gioca per strada dove nessuno ci sta a perdere. Noi, e parlo in generale, vogliamo sempre metterli lì a fare tattica. Bisogna fare un passo indietro per farne poi due avanti”.

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