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America's Cup, che pasticcio Luna Rossa! Un azzardo di troppo regala ad American Magic il primo punto. Vince anche Alinghi

Giornata complicata a Barcellona: in condizioni di vento debolissimo Ineos si fa travolgere da Alinghi, poi però anche Luna Rossa sbaglia e regala il primo punto ad American Magic

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

A Barcellona cala il vento, ma non calano le emozioni: American Magic sfrutta un erroraccio di Luna Rossa e prova almeno a riaprire i giochi, conquistando la quinta regata della semifinale di Louis Vuitton Cup. Una regata maledetta per la barca italiana, sempre avanti fino a metà del match race, ma poi incappata in una manovra un po’ azzardata che non ha pagato i dividendi e ha consegnato all’imbarcazione del New York Yacht Club una comoda possibilità di andare a conquistare il primo punto, riaprendo al contempo una serie che sembrava vicinissima alla chiusura.

Metà regata perfetta, poi l’errore fatale

Partenza ritardata di una ventina di minuti, ma come previsto le condizioni migliorano sensibilmente e garantiscono un buon match race. Luna Rossa azzecca la partenza e tiene sempre il pallino del gioco nel primo lato di bolina, arrivando al primo gate con una quindicina di secondi di vantaggio. È una sfida di nervi, dove però lo scafo italiano tiene la barra dritta senza commettere errori. Stesso vantaggio al secondo cancello, ma la scelta di andare sulla boa sinistra costa cara a Prada Pirelli, che perdere rapidamente il vantaggio e deve addirittura concedere la precedenza ai newyorchesi, che passano davanti per la prima volta.

Quando però Luna Rossa va sul lato destro il ribaltone è nuovamente servito: si viaggia sempre a distanza ravvicinata e stavolta Spithill si prende un rischio di troppo, con una protesta avanzata da American Magic che trova esaudimento. La regata però si decide al quarto cancello: gli italiani decidono di stringere troppo e si ritrovano senza vento, consegnando una comoda fuga ai rivali. Una sconfitta che fa male e che rimette tutto in discussione: 4-1 e nuova regata, non prima delle 17.

La regata… al contrario: Ineos, che pasticcio!

In precedenza, la regata più incredibile della storia recente della Louis Vuitton Cup ha consentito ad Alinghi di evitare un cappotto altrimenti annunciato. Perché per fermare Ineos Britannia non c’era altra soluzione, se non quella di toglierle… il vento. Un controsenso? Forse, ma gli uomini di mare sanno che questi sono imprevisti del mestiere che possono capitare. Così la prima regata della terza giornata di semifinale s’è aperta con una sorpresa fragorosa: Alinghi ha approfittato delle condizioni con vento debolissimo e s’è portata a casa il primo (e forse unico) punto della sua campagna.

Invero inizialmente tutto sembra far presagire un finale già scritto: Ineos scappa via alla partenza, sfruttando la penalità in cui incorre Alinghi per aver oltrepassato in anticipo la linea virtuale dello start. Quando lo scafo britannico ha già 250 metri di vantaggio, però, nel primo lato di poppa succede quello che non ti aspetti: i ragazzi di Ainslie cadono dal foil e per la prima volta nella serie Alinghi trova il modo per mettere la prua davanti.

A quel punto però il vero disastro lo combinano i britannici, che cadono una seconda volta dal foil e non riescono a ritrovare un minimo di velocità. Alinghi a sua volta ha problemi nel riuscire a mandare la propria imbarcazione, cadendo a sua volta dal foil nel secondo lato di poppa (ma con un paio di chilometri di vantaggio sui rivali). La giuria, preso atto dell’ennesimo calo di vento, decide di togliere l’ultimo lato di poppa: il match race si chiude al quinto cancello, ma solo nel caso in cui gli svizzeri fossero riusciti ad arrivarci in meno di 45’. Alla fine un salto di vento da una mano ad Alinghi, che con 4’ appena sul limite cronometrico riesce a passare la linea d’arrivo. Regata ai limiti dell’impossibile, ma intanto il 4-1 è servito.

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