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Ancelotti esalta Donnarumma e bacchetta Leao: “Se lo allenassi io lo picchierei tutti i giorni”

Il tecnico del Real si confessa: dalla stoccata al portoghese alla finale di Champions con il Borussia Dortmund passando per Spalletti ed Euro2024

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

A pochi giorni dall’attesissima finale di Champions League, che vedrà protagoniste Borussia Dortmund e Real Madrid al Wembley Stadium, Carlo Ancelotti si è lasciato andare a dichiarazioni importanti nel corso dell’intervista rilasciata a La Repubblica. Dall’amore per i Blancos alla smisurata passione per il calcio, fino ad una simpatica stoccata a Rafa Leao e al presente del suo Milan, senza dimenticare il rendimento delle italiane in Europa e le ambizioni della nazionale di Spalletti ad Euro 2024. Dopo la vittoria dell’Atalanta in Europa League, domani toccherà alla Fiorentina di Vincenzo Italiano in Conference.

Ancelotti: “Champions? La storia del Real si identifica con questa competizione”

“Complicado y sencillo”, così è il calcio per Carlo Ancelotti, tecnico arrivato alla nona finale di Champions League, sommando quelle conquistate da calciatore e quelle agguantate dalla panchina. Complicato e semplice. A caccia della quindicesima “Coppa dalle grandi orecchie” della storia delle Merengues, l’ex Milan non ha mai nascosto uno straordinario senso di appartenenza nei confronti del club di Florentino Perez: “Sono madridista anch’io, – ha subito precisato Ancelotti a La Repubblica – mi identifico con questa maglia e voglio fare felice la gente, il club. Siamo in finale di Champions, mica facile. Loro sono forti, passando in un attimo dalla difesa all’attacco. Il fatto è che la storia del Real si identifica con questa competizione, sin dalla sua creazione. Nei primi 10 anni l’ha vinta 6 volte. Vorremmo riuscirci anche noi, – ha aggiunto – a dieci anni dalla mitica Decima del 2014″.

Una passione incredibile per il calcio, ma non un’ossessione: “Il calcio è così, complicato e semplice. Però, più semplice. Basta avere passione e non complicarlo con l’ossessione. L’ossessione è una malattia e io per fortuna non sono ossessionato. Ho ancora tanta passione. L’importante è l’atteggiamento giusto, l’attitudine. Bisogna innanzitutto sapersi godere il privilegio di un lavoro che è anche un gioco. E rimuovere lo stress”.

Ancelotti: “Il calcio italiano? Donnarumma l’unico fuoriclasse”

A pochi passi da Euro 2024, in programma dal 14 giugno al 14 luglio in Germania, Ancelotti è tornato sui problemi che caratterizzano da anni il calcio italiano, senza dimenticare gli ottimi risultati ottenuti dai club di Serie A nelle competizioni europee:L’Italia, a livello di risultati, sta tornando in alto delle coppe. Tre finaliste l’anno scorso, con l’Inter a un passo dalla Champions. Quest’anno l’Atalanta ha vinto l’Europa League e la Fiorentina può provarci in Conference. Quello che manca, per me, è negli stadi, nell’ambiente. Insomma, c’è abbastanza da svecchiare. A livello tecnico, non vedo fuoriclasse, a parte Donnarumma in porta. Se confrontiamo questa generazione con quella di Pirlo, Totti, Del Piero, serve ancora un po’ di tempo. Problema per Spalletti? No, questo no. La media è comunque buona. Il gruppo c’è, la squadra può fare bene”.

Ancelotti: “Milan? Ha un grande talento come Leao, ma…”

Il Milan non può non avere uno spazio nel cuore di “Carletto”, da sempre legato ai colori rossoneri: “Seguo da lontano la squadra, con affetto. Da lì è tornato qui un Brahim Diaz straordinario. Il Milan ha un grande talento come Leao. Croce e delizia? Da picchiare, a volte. Se fosse con me, lo picchierei tutti i giorni…”, con chiaro riferimento ad alcune prestazioni non all’altezza delle qualità del portoghese, ormai punto di riferimento dell’undici milanista. Per raggiungere i più grandi, Leao è chiamato a scrollarsi di dosso l’allure del “bravo ma non si applica”.

Ancelotti: “Davide resta qui. Allenerò fino a quando rimarrò al Real”

Il figlio Davide continua ad essere un importante punto di riferimento in panchina, soprattutto nei momenti più delicati e nella gestione della quotidianità. “Delegare è fondamentale”, disse Ancelotti dopo la clamorosa rimonta contro il Bayern Monaco di Tuchel. E oggi, si tiene stretto il suo più fidato collaboratore: “Davide farà l’allenatore, sicuramente. Ma fino a quando io resto qui, lui starà con me”. E poi annuncia: “Allenerò fino a quando rimarrò al Real”, allontanando di fatto voci che lo vedrebbero bene alla guida di una nazionale.

Ancelotti: “Mbappé con Vinicius? Parlo di quelli che alleno”

Su Kylian Mbappé, ormai prossimo a diventare un nuovo calciatore del Real Madrid, Ancelotti non si sbilancia: “Parlo di quelli che alleno ora e che sono molto forti. Vinicius migliora ogni giorno, Bellingham ha capito subito che cosa vuol dire il Real. È un gruppo unitissimo, lo dimostra come ha reagito agli infortuni gravi di Courtois e Militao in pochi giorni e ai tanti altri contrattempi. Saprà assorbire l’addio di un fenomeno del calcio come Kroos. Mbappé alle Olimpiadi? Penso solo che chi va all’Europeo, come Camavinga ad esempio, poi non va ai Giochi”.

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