In conferenza stampa, il dt dell’atletica italiana Antonio La Torre non si nasconde in vista di Eugene: “È un Mondiale complesso. Ci siamo arrivati con qualche acciacco di troppo – prosegue, alludendo ai tanti azzurri protagonisti a Tokyo meno di un anno fa, e oggi ai box -. Senza mettere le mani avanti, atleti come De Grasse, Gardiner, Warholm, hanno avuto le stesse difficoltà: segno che non è facile passare indenni rispetto al rischio di infortuni, e senza dimenticare che nessuno lo fa mai apposta, a farsi male”.
Antonio La Torre però non cerca scuse: “A livello generale, tornando a parlare di noi, ciò che mi aspetto da molti dei ragazzi è vedere se le posizioni che hanno raggiunto nel ranking mondiale, alcune molto intriganti, si trasformeranno in risultati in gara”.
Infine, La Torre ha concluso parlando di Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi: “Voglio ringraziarli, perché in virtù di quel che hanno fatto lo scorso anno, avrebbero potuto benissimo prendersi un anno sabbatico. E invece sono qui entrambi, pur con i problemi che hanno caratterizzato il loro percorso. Sono due condottieri, che mi auguro riescano ad ispirare, con il loro coraggio, la squadra ed i tanti giovani che ne fanno parte: vedremo quindi se la Sabbatini potrà raggiungere la finale dei 1500 metri, o se Dallavalle confermerà tutto ciò che di buono si dice di lui ormai da più parti nel mondo. A livello di numeri, siamo 60, ma avremmo potuto essere 82, considerato quanti hanno maturato il diritto di vestire la maglia azzurra”.