Ai microfoni di SkySport, Paolo Bertolucci ha analizzato le cause delle eliminazioni di Musetti e Berrettini agli Australian open: “Quando io dico che i tabelloni si guardano una partita per volta, non vengo ascoltato. Tutti pensavano già al derby al 3° turno, l’altro doveva avere una autostrada spalancata verso la semifinale…Lo sport però non è così, non si fa sulla carta. Musetti ha dei problemi, perché è giovane e questa superficie è troppo rapida per le sue caratteristiche. Poi ha affrontato Harris che era reduce da un infortunio e non vale di certo la classifica attuale: il suo livello è da top30. Berrettini è partito molto male, poi quando vai in lotta con Murray rischi di farti male. Lo sport è così. Si pensava che entrambi fossero in gran forma, non tutti i giorni sono uguali“.
Bertolucci non si capacita di una cosa: “Non si capisce perché abbiano iniziato con il freno a mano tirato e siano andati entrambi sotto 0-2. È difficile sapere quello che c’è dietro da qui. Musetti forse è stato condizionato perché Tartarini era all’ospedale, però poi dal terzo set ha giocato bene: cosa era cambiato? Secondo me fa fatica su campi così veloci. C’è un po’ di amaro in bocca, non possiamo negarlo. Però la stagione dura dieci mesi, vediamo di non far tragedie. Non dovevamo esaltarci prima e non dobbiamo abbatterci adesso“.
Bertolucci spera in un cambio di rotta: “Speriamo che Sonego e Sinner ci addolciscano la pillola. I giocatori forti ci sono. Ora ci si dispera perché Berrettini è uscito dai 20, ma bisogna avere pazienza e non tirare le somme in maniera affrettata. Ripeto, la stagione è lunga“.
Bertolucci ha concluso parlando di Sinner: “Mi aspetto prima di tutto la salute. Bisogna vedere poi mille cose. Adesso che Berrettini è uscito, si è creata una grande occasione per tanti giocatori in quella fetta di tabellone. Questo per dire che ci vuole anche fortuna. Sinner sicuramente se la gioca con tutti, ma serve continuità. Vincere una partita sola non significa nulla. Bisogna dare seguito al gioco e alle prestazioni. Se batti ad esempio Tsitsipas (l’italiano ed il greco potrebbero incrociarsi agli ottavi in questi Australian Open, ndr), poi nel match successivo non puoi uscire col n.60 del mondo. Servono continuità e maturità, per arrivarci bisogna lavorare”.