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Baggio in Tribunale: riprende processo per diffamazione, cosa è successo in aula

Dopo la terribile esperienza con l'aggressione e la rapina subìta in casa per il Divin Codino non c'è pace, le dichiarazioni davanti al Giudice

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Amatissimo da milioni di italiani, sconosciuto per i malviventi che nelle scorse settimane fecero irruzione nella sua abitazione ad Altavilla Vicentina, picchiandolo e portando via preziosi e denaro, ma odiato da una persona. Strano il destino di Roberto Baggio che si è presentato a Palazzo di Giustizia per l’udienza contro il signor Paolo Mocavero, presidente di Centopercento animalisti, accusato di diffamazione dal divin Codino per una vicenda che risale a parecchi anni fa.

La gogna social per Baggio dal 2015 al 2022

L’episodio in questione risale al periodo dal 2015 al giugno del 2022, anni in cui il signor Mocavero ha attaccato pubblicamente Baggio, affiggendo al Catullo e poi pubblicando sui social, manifesti con germani morti, animali in gabbia e le foto di Baggio, con la scritta: «Un individuo che uccide animali per diletto e in più si dichiara buddista. Incredibile ma vero. Purtroppo lo sport non cancella l’odore». La colpa dell’ex fuoriclasse sarebbe stata quella di essere amante della caccia.

La replica dell’ex campione

Se l’esame del pm d’udienza Giorgia Bonini si è limitato alla ricostruzione dell’episodio, come si legge su Il Giornale di Vicenza, accorata è stata la deposizione di Baggio, un personaggio pubblico «nel bene e nel male» (basti ricordare le ultime vicende), come ha spiegato al giudice Francesca Cavazza, «e dal 2015 vengo attaccato dal signore (l’imputato Paolo Mocavero) che mi ha preso di mira ed ha già avuto due condanne per questo». Cioè per aver diffamato il «pallone d’oro» per la passione che coltiva fin da ragazzo, la caccia.

La passione di Baggio per la caccia

Un hobby, quello di Baggio, di lunga data: «Ci andavo con mio padre, poi dalla fine degli anni 80 la pratico regolarmente. Ci vado perché mi piace mangiare selvaggina, c’è una legge che regolamenta il numero massimo di capi che si possono abbattere e stendere per terra gli animali uccisi credo sia un’abitudine di molti ma non mia».

In diverse occasioni il giudice ha invitato il legale a chiarire la rilevanza delle domande, non pertinenti, che entravano nel privato di Baggio, persona offesa, e della sua passione, legittima e nota. «Penso di essere in grado di distinguere metodi leciti e illeciti in ogni Paese», ha ribadito lo sportivo sottolineando di non aver mai partecipato a battute di caccia in Germania che si trasformano in stragi di animali, di non aver ucciso beccacce, di non aver mai pubblicato foto di trofei «forse lo hanno fatto altri». Poi quel volo inaugurale di Ita Airways nel giugno 2022 per la tratta Roma Buenos Aires che porta il suo nome: «Per me è stato un onore, poi mi hanno detto di quei cartelli, ero lontano, onestamente non so se fossero su Facebook, non ho guardato per non dargli soddisfazione e non sono un personaggio social. Lo hanno fatto i miei legali. Io ero lontano, mi sono arrivati messaggi, foto su whatsapp e le telefonate. Ero amareggiato».

«Scusi ma lei è l’autore della morte di quegli animali e degli ingabbiamenti?», gli ha chiesto il giudice. «Assolutamente no». «Ma perché la attaccano?». «Perché sono un cacciatore o è una possibilità di avere visibilità, quando ho iniziato ad andare a caccia forse non c’erano».

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