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Roberto Baggio in tribunale: ha denunciato un dj

Rinviato a giudizio Paolo Mocavero, che lo accusò di essere cacciatore e di andare all'estero per i viaggi di morte benché buddista.

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Roberto Baggio in tribunale: ha denunciato un dj Fonte: 123RF

Roberto Baggio non ci sta: l’ex fuoriclasse vicentino del calcio porta il dj animalista Paolo Mocavero in tribunale e si presenta pure in aula a Padova per esporre le proprie ragioni e per tenere sotto controllo la situazione.

Baggio, arrivato con il sorriso a Palazzo di Giustizia, si è prestato a fotografie e autografi con chi, più che sorpreso, transitava da quelle parti ed è venuto a conoscenza della sua presenza nei paraggi. Benché non sia un segreto che l’ex Pallone d’oro sia un amante della caccia pochi erano a conoscenza della sua causa contro Mocavero. Il leader degli animalisti, tuttavia, nella sua accusa contro di lui era andato molto pesante: in un post apparso nel 2016 su un proprio profilo social aveva infatti usato parole assai puntute nei confronti dell’ex calciatore di Juventus, Inter e Milan tra le altre. “Baggio, che ha il coraggio di definirsi ‘buddista’ (probabilmente visto il suo livello culturale, non conosce il significato delle parole) ed esercita la caccia, andando anche all’estero per i famigerati viaggi della morte” aveva scritto: il pubblico ministero Roberto D’Angelo lo ha mandato a giudizio. Si tornerà in aula, davanti al giudice Chiara Bitozzi, il prossimo 18 giugno.

Domenica scorsa Baggio ha compiuto 51 anni. Ecco il racconto di una battuta di caccia al cinghiale nella Pampa, in Argentina in cui l’ex campione calcistico ha catturato un esemplare di oltre due metri: “Di giorno animali di queste dimensioni non li vedi – si leggeva su Big Hunter -. Un maschio di 168 chili, furbo, doveva averne viste di tutti i colori: conosceva il cacciatore, le cartucce, i cani, li sentiva a chilometri. Tre uscite a vuoto e finalmente l’abbiamo incrociato di nuovo. Nelle sere precedenti avevamo incontrato soltanto femmine e piccoli, e le femmine e i piccoli non si toccano. Riuscire a pensare come l’animale che stai inseguendo, anticiparne le mosse è un gioco alla pari: istinto contro istinto, esperienza contro esperienza. E siamo nel suo territorio. Sapessi quanti contadini ci chiamano per chiederci di fermare i cinghiali che devastano i loro campi… Diverse volte ho provato a spiegare il mio rapporto con la caccia, senza riuscirci. Soltanto chi la vive con il mio stesso entusiasmo e rispetto può capire”.

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