Il ‘caso Bagni‘ ha scatenato l’ennesima bufera sul calcio italiano. E si muove anche la Procura dopo il servizio delle Iene andato in onda martedì scorso. Se l’ex calciatore di Inter e Napoli, che ha chiesto 30mila euro per piazzare un calciatore in Serie C, ha scelto la via del silenzio, ad alzare la voce sono gli agenti: scatta l’appello alla FIGC.
- Bagni, dopo il servizio delle Iene solo silenzio
- Terremoto nel calcio: scende in campo la Procura
- Agenti sul piede di guerra: la richiesta alla FIGC
Bagni, dopo il servizio delle Iene solo silenzio
Finora nessun commento da parte dell’ex centrocampista che giocò con Maradona risultando tra i protagonisti del primo storico scudetto vinto dal Napoli nel 1986/87. Silenzio assoluto. Neppure una parola. Silenzio e imbarazzo, proprio come quello mostrato nel servizio della Iena Luca Sgarbi, quando ha capito di essere stato ‘incastrato’.
Come riferisce il Corriere della Sera, il talent scout promette spiegazioni per ricostruire la sua immagine, ma non ora. Aspetterà che passi la bufera. Poi fornirà la sua (attesa) versione.
Terremoto nel calcio: scende in campo la Procura
La vicenda è torbida. Per tanti è un po’ il segreto di Pulcinella, ma il vaso di Pandora è stato scoperchiato. E coinvolge un nome di spicco del calcio italiano. Le Iene hanno mostrato il volto oscuro di un sistema che sbarra le porte alla meritocrazia, ai sogni, alle ambizioni. Perché Bagni ha chiesto 30mila “cash” (“Per meno non lo facciamo con nessuno”) per far giocare un calciatore neppure visionato titolare in Serie C con la complicità di dirigente amici.
La prima testa è già caduta ed è quella del ds della Vis Pesaro, Michele Menga. Il dirigente è stato sospeso dal club “per la rappresentazione offerta gravemente lesiva, al fine di valutare l’eventuale coinvolgimento dello stesso nelle vicende millantate da Bagni e disporre conseguentemente ulteriori provvedimenti”. Non solo: secondo il CorSera, si muoverà anche la Procura, che intende far luce sul servizio delle Iene.
Agenti sul piede di guerra: la richiesta alla FIGC
Se ‘il Guerriero’, com’era chiamato ai tempi in cui dava battaglia in mezzo al campo, preferisce per ora non commentare la vicenda, ha subito alzato la voce l’AIACS – AssoAgenti, l’associazione dei procuratori di calcio italiani. Gli agenti non ci stanno e si rivolgono a Gravina, chiedono l’intervento della Federazione.
“Poiché sembrerebbe palesarsi un sistema collaudato di tesseramento di giovani calciatori dietro pagamento di somme di denaro – si legge in una nota – l’AIACS invita la FIGC ad attivarsi – sia direttamente con i suoi organi preposti, sia intercedendo presso le Autorità Governative – al fine di accertare quanto realmente perpetrato dai soggetti a vario titolo coinvolti e chiamati in causa, siano essi tesserati che figure quantomeno rilevanti all’interno dell’ordinamento federale. Ciò a tutela dell’intero movimento calcistico”.