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Base jumper precipita per 200 metri dopo il lancio: muore 38enne sulle Tofane

Tragedia in montagna: un base jumper australiano, per cause ancora da accertare, ha perso la vita dopo un lancio. I due compagni hanno assistito alla sua caduta

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Base jumper precipita per 200 metri dopo il lancio: muore 38enne sulle Tofane Fonte: ANSA

Era un base jumper di 38 anni la vittima di questo orribile e straziante incidente, avvenuto stamani 6 settembre 2023 attorno alle 10:15 del mattino: l’atleta è morto precipitando, dopo un lancio sulle Tofane, a circa 200 metri di distanza dal punto dove hanno assistito gli altri due compagni che avrebbero dovuto seguirlo.

E che, invece, sono diventati testimoni involontari e impotenti della tragedia, che si è consumata ancora una volta per un salto.

Morto base jumper sulle Tofane

Poco dopo le 10, la centrale del 118 infatti ha ricevuto una richiesta di soccorso per una persona precipitata all’arrivo del secondo troncone della Freccia del Cielo, la funivia da Cortina alla Tofana, a quota 2.470 metri. Secondo quel che riporta l’agenzia ANSA, a lanciare l’allarme sarebbe stato un uomo australiano, a seguito della caduta.

Ultima vittima di una triste e continua Spoon River, che annovera nomi illustri e meno noti: dall’uomo alato Patrick de Gayardon in poi, per un numero impressionante di vittime che solo in Italia – lo scorso giugno – ha visto allungarsi la lista con la morte del 58enne di origine inglese.

Anche lui era un base jumper e aveva deciso di lanciarsi da una delle alture a nord di Trento, ma qualcosa deve essere andato storto e si è schiantato a terra, come raccontato dal testimone che ha dato l’allarme ai soccorritori. Fino ad ora, il lancio dalle vette naturali con tuta alare o paracadute ha già seminato un numero di vittime impressionante, che è quantificato in 458 su 3mila praticanti attivi nella fatality list reperibile on line.

La dinamica della caduta

Arrivato nelle vicinanze del punto indicato, l’equipaggio dell’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha individuato il corpo senza vita della vittima. Un australiano di 38 anni, finito nel Canalino del prete con il paracadute, 200 metri più in basso rispetto al punto di lancio, da dove avrebbero dovuto seguirlo altri due connazionali, che, dopo l’incidente, si sono bloccati e hanno immediatamente lanciato l’allarme. Senza riuscire a fare altro.

Il compagno di volo era precipitato in un punto sorvolato dai cavi dell’elettricità, a sinistra del Torrione Zesta: l’elicottero è quindi ripartito per imbarcare due soccorritori della guardia di finanza e li ha lasciati il più vicino possibile alla vittima, per poi partire per un’altra missione.

La difficoltà di recupero della vittima

Altri due tecnici del Soccorso alpino di Cortina – riferisce ANSA – in supporto alle operazioni e ai rilievi, sono stati portati in quota dall’elicottero dell’Air service center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi.

Il corpo del base jumper è stato quindi spostato in un punto ritenuto più sicuro per il recupero, completato grazie all’elicottero dell’Air service center che lo ha riportato a Cortina.

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