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Basket, Ismaila Diagne incanta Madrid: la baby stella del Real e un alley oop per la storia

Diagne il più giovane giocatore di sempre ad aver giocato un Real-Barça, limando di 19 giorni il precedente record di Doncic nel 2015. E lo ha fatto giocando titolare, cosa mai avvenuta prima

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Si scrive Real Madrid, si legge “cantera delle pepite d’oro”. Perché qualche anno dopo aver offerto al mondo lo straordinario talento di Luka Doncic, ecco che all’orizzonte nella casa blanca sta per nascere un altro prospetto destinato a infiammare le folle e i palazzetti di mezzo mondo.

In casi come questi si farebbe meglio ad andarci cauti, ma vedendo giocare Ismaila Diagne viene difficile pensare che a stretto giro di posta non accadrà qualcosa di grosso. Che poi di grosso c’è già lui, che di anni sulla carta d’identità ne conta appena 16, ma che in fatto di centimetri ha già superato i 210 (i dati qui differiscono un po’: c’è chi parla di 211 e chi di 214).

In Senegal già sognano l’Nba

Logico pensare però che ne possa aggiungerne di altri, dal momento che l’età dello sviluppo non può dirsi ancora terminata. In Senegal, sua terra d’origine, già sognano di vederlo indossare una canotta NBA, riscrivendo la storia di un popolo intero.

Ma già poterlo vedere di bianco vestito, peraltro determinante nel successo contro i rivali storici del Barcellona, è qualcosa che forse esulava da ogni più ottimistica previsione.

Diagne è l’ennesimo prospetto che potrebbe saltar fuori dal vivaio del Real e mostrarsi al mondo per tutto il talento di cui dispone. Centro vecchia maniera per i centimetri che sfoggia, ma giocatore versatile e universale come solo quelli moderni sanno essere.

Un alley oop per la storia

All’esordio stagionale nella Liga Endesa, il massimo campionato spagnolo, Ismaila ha letteralmente spaccato in due il clasico: nei 13 minuti in cui ha calcato il parquet il senegalese ha messo ha referto 9 punti, 8 rimbalzi (di cui 6 offensivi), un recupero e una stoppata, con una valutazione di 16 e soprattutto una cartolina già consegnata alla storia del torneo 2023-24.

Alley oop a tre metri e mezzo di altezza, schiacciando una palla alzata da quella mente sopraffina e sconfinata di talento che risponde al nome del “Chacho” Rodriguez, con il povero Joel Parra “posterizzato” dalla forza brutale di Diagne (e anche Willy Hernangomez, che avrebbe potuto aiutare il compagno in difesa, non è che ha fatto tanto meglio).

Un gesto barbaro che ha mandato in visibilio tutti i tifosi madrileni presenti al WiZink Center, i quali già pregustano una stagione grandi firme del baby africano, destinato a diventare la nuova attrazione della casa blanca.

Sulle orme di Doncic

Secondo molti addetti ai lavori, un diamante grezzo come Diagne è qualcosa di veramente raro a questi livelli. Molti a Madrid lo paragonano già a ciò che è stato Luka Doncic qualche anno addietro, quando da giovanissimo riuscì a imporsi come stella di una squadra già infarcita di talento in abbondanza.

Il Barcellona se l’è ritrovato davanti e non ha saputo prendergli le misure, un po’ perché di Ismaila conosceva poco (non aveva mai giocato in stagione), un po’ perché certamente i pericoli maggiori sarebbero dovuti arrivare da altre parti.

La ricompensa per il duro lavoro

Chus Mateo, il coach del Real Madrid che l’ha schierato titolare al posto dell’infortunato Tavares, ha invece candidamente ammesso a inizio estate che non avrebbe mai immaginato che quel concentrato di forza e potenza potesse avere 16 anni.

Non lo sapevo, ve lo giuro. Quando me lo hanno confermato sono rimasto impressionato e posso dire di essermi sentito anche un po’ fortunato. A Ismaila a fine partita ho detto che doveva essere felice per ciò che aveva fatto, perché tutto questo è una ricompensa per il duro lavoro svolto in questi anni.

Un lavoro che gli ha permesso di passare da dominare i campionati locali di Madrid a battagliare con i giocatori più forti d’Europa, come se nulla fosse. “Ora so che possiamo contare su di lui e che abbiamo una rotazione più allungata, il che proprio non guasta.

Ma il difficile viene ora, perché tutti lo aspetteranno al varco e lui dovrà farsi trovare pronto, anche se non ho dubbi sul fatto che ciò potrà accadere, sebbene gli andrà dato tutto il tempo necessario per ambientarsi a questo livello”, ha aggiunto Mateo.

Record di precocità

Per dare contezza dello straordinario impatto avuto da Diagne nel clasico, basta snocciolare qualche numero: è il più giovane giocatore di sempre ad aver giocato un Real-Barça, limando di 19 giorni il precedente record ottenuto da Doncic nel 2015 (oggi abbassato a 16 anni, 9 mesi e 9 giorni). E lo ha fatto giocando titolare, cosa anche questa mai avvenuta prima.

Quanto al 16 di valutazione, in termini di precocità rappresenta la quinta prestazione più giovane di tutti i tempi nella Liga Endesa: solo Bagayogo, Rubio, Doncic e Garuba l’hanno ottenuta quando avevano meno dei giorni complessivi di vita di Ismaila. Che adesso avrà tutti i riflettori puntati su di sé, ma che ha spalle abbastanza larghe per reggere tutta quella pressione che inevitabilmente gli ricadrà addosso.

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