Moise Kean è la grande novità del calcio italiano, le prestazioni offerte in Nazionale contro Finlandia e Lichtenstein hanno evidenziato le doti e soprattutto le potenzialità del classe 2000 della Juventus, schierato tra l’altro da Roberto Mancini in una posizione non ideale per le sue caratteristiche. Nonostante ciò, Kean è riuscito ad incidere positivamente sul gioco della nazionale, trovando anche il gol in entrambe le partite.
IL PARAGONE. Per la sua interpretazione del ruolo da attaccante esterno nel 4-3-3 il giovane attaccante è stato anche elogiato da Roberto Beccantini, che su Facebook l’ha addirittura paragonato a due grandi attaccanti che, cambiando posizione in campo, hanno fatto la fortuna delle rispettive squadre. Dopo aver indicato Verratti e Spinazzola come i migliori in campo nella gara di ieri contro il Lichtenstein, Beccantini ha sottolineato che non va trascurato “il contributo di Kean: traversa, gol (e due) e il solito impegno bipartisan, un po’ ala e un po’ centravanti. Ala come giocava Eto’o nell’Inter del Triplete e come gioca Mandzukic nella Juventus di «tinkerman» Allegri, mi ricordano i lettori più attenti”.
E NELLA JUVE? Spostandosi dal centro dell’attacco alla fascia sinistra, Eto’o fece la fortuna di Josè Mourinho nell’Inter del Triplete e prima ancora di Pep Guardiola nel Barcellona. Mandzukic esterno nel 4-3-3, invece, è stata l’intuizione chiave di Allegri, la mossa che ha permesso alla Juventus di dominare in campionato e raggiungere due finali di Champions League. Un paragone importante, dunque, ma anche un suggerimento per il tecnico della Juventus: ora che Mandzukic sta attraversando un momento di forma non eccezionale, lanciare nella mischia Kean accanto a Cristiano Ronaldo (una volta che il portoghese abbia smaltito l’infortunio) potrebbe essere una mossa giusta per garantire qualità all’attacco bianconero.