A La Gazzetta dello Sport, Paolo Bertolucci ha lanciato l’allarme: “Il calendario è molto fitto, forse troppo. Non so quanti sport ci permettano di giocare 11 mesi all’anno a questa intensità, con tutti i viaggi che facciamo. Penso che parte degli infortuni di cui soffriamo vengano da lì. Il tennis è diventato come tutti gli altri sport, molto più fisico, tanto da richiedere un maggior dispendio di energie che di tecnica. Questi dati, ovviamente, sommati a calendari agonistici sempre più fitti ed esagerati, costringono l’atleta a correre molti rischi per poi dover rinunciare alla competizione a causa di vari infortuni”.
Su Montecarlo invece, Bertolucci ha aggiunto: “Per molti rappresenta l’esordio sulla terra rossa, ci dispiace molto per il ritiro di Nadal: sappiamo quanto tenga alla terra e cosa lo abbia costretto a rimandare il suo ritorno. L’assenza di Alcaraz colpisce soprattutto chi non ha visto le sue partite o chi non ha capito il dispendio fisico e mentale che c’è stato in questa semifinale di Miami contro Sinner. Il fatto che dopo una visita medica in Spagna sia stato costretto a ritirarsi dal torneo di Montecarlo è la prova della durezza di questo sport e del fatto che i giocatori, anche i più giovani, prima o poi dovranno tenerne conto”.
Questa la soluzione di Bertolucci: “Unica via d’uscita: modificare il programma secondo gli Impegni, ma solo dopo aver ascoltato attentamente il suo fisico. Gioca di meno, sii sano e rendi di più deve essere lo slogan del tennista moderno”.