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Biathlon, Dorothea Wierer: “Non so se sarà il mio ultimo anno"

"Nella vita d’atleta, l'oro olimpico è il massimo che puoi raggiungere"

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Biathlon, Dorothea Wierer: “Non so se sarà il mio ultimo anno" Fonte: Getty images

La bacheca di Dorothea Wierer è zeppa di trofei: due sfere di cristallo assolute, quattro di specialità, ben tre ori individuali ai Mondiali. E tra poco inizierà una delle stagioni cruciali della sua carriera. E non è detto che sia l’ultima, come si poteva presagire sino a qualche mese fa.

La fuoriclasse di Rasun sarà evidentemente ricordata come una leggenda del biathlon, non solo a livello italiano. Certo è che, a guardare bene, resta un ultimo, grande traguardo da raggiungere: quel trono di Olympia che rappresenterebbe l’ideale chiusura di un cerchio. Per questo il mirino è già fissato sugli imminenti Giochi di Pechino 2022. Dorothea arriverà in Cina motivata più che mai, ma al tempo stesso con la leggerezza di chi non ha più nulla da dimostrare.

Nella vita di Dorothea ecco cosda rappresenta l’oro olimpico: “Tutto, credo. Nella vita d’atleta è il massimo che puoi raggiungere. Però comunque è sempre solo sport!”

Ultima stagione oppure no? “E’ difficile dirlo perché non ci penso ancora, non vorrei perdermi troppo nel pensiero del ‘magari questa è l’ultima stagione, cavolo, adesso poi cosa faccio’. Non lo so ancora. Credo che sarà importante come andrà questa stagione: se vedo che posso ancora crescere e se ho ancora la possibilità di vincere. Magari quest’anno non riesco neanche a salire sul podio e allora dico ‘cavolo, non ne posso più’. Quindi dipende tanto dalle motivazioni, come gruppo, eccetera: si vedrà“.

In Coppa del Mondo darai uno sguardo alla classifica generale, oppure la vivrai come un avvicinamento per preparare al meglio le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022?
“Questo è sempre difficile dirlo, perché ci sono due sport: il tiro e lo sci di fondo. Quindi non credo che puoi proprio preparare le Olimpiadi saltando delle gare. A noi le gare penso che facciano molto bene, perché entri in quel ritmo che in allenamento non trovi, hai l’adrenalina. Puoi saltare 2-3 gare, ma di più non avrebbe senso. Io punto gli occhi non sulla Coppa del Mondo, perché è molto difficile vincerla, ma voglio comunque confermarmi tra le prime. E’ sempre una bella cosa“.

 

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