Ha vinto l’oro alle ultime Olimpiadi nella boxe, come Imane Khelif. E, proprio come la pugile algerina, è finita al centro di rumors, sospetti e polemiche a livello mondiale per via dei dubbi sulla sua idoneità di genere. La taiwanese Lin Yu-ting ha preso, di concerto con la sua federazione, una decisione clamorosa: si è ritirata dalla Coppa del Mondo di Sheffield dopo che World Boxing ha messo in discussione la regolarità della sua partecipazione al torneo. A cui, per inciso, è iscritta pure la squadra italiana.
- World Boxing, dubbi sull'idoneità di genere di Lin
- La campionessa olimpica in discussione: scatta il ritiro
- Il governo di Taiwan è con Lin: l'impegno del premier
World Boxing, dubbi sull’idoneità di genere di Lin
Lin Yu-ting avrebbe dovuto combattere nella categoria -57 kg, la stessa in cui ha trionfato a Parigi. Peccato che World Boxing, l’ente fondato dal Cio in opposizione all’Iba, la Federazione internazionale di pugilato che aveva “bloccato” nel 2022 e nel 2023 la partecipazione della stessa Lin e di Khelif ai Mondiali per non aver superato un “test di femminilità”, abbia espresso dubbi sull’idoneità della taiwanese. Già, proprio l’organizzazione creata per ridare credibilità al pugilato, con l’obiettivo di mantenerlo nel programma olimpico.
La campionessa olimpica in discussione: scatta il ritiro
I dubbi di World Boxing, evidentemente, hanno ferito Lin e la federazione pugilistica di Taiwan. Che, attraverso una nota, ha sottolineato: “L’ente appena nato non dispone delle chiare politiche regolamentari del Cio che garantiscono la tutela dei diritti degli atleti“. World Boxing a cui pure la federazione taiwanese ha aderito, al pari dell’italiana Fpi e di altri 53 membri. E che, sempre secondo i dirigenti di Taipei, si sarebbe rifiutata di adempiere a una richiesta della boxeur.
Il governo di Taiwan è con Lin: l’impegno del premier
Lin, infatti, si era offerta di sottoporsi a una “visita medica completa in loco”. World Boxing, tuttavia, non ha accettato. E dopo il rifiuto dell’ente pugilistico, Lin, il suo allenatore e i funzionari sportivi di Taiwan hanno deciso di dare forfait per evitare ulteriori “danni”. Una questione che ormai è già diventata politica. Il primo ministro di Taiwan, Cho Jung-tai, ha fatto sapere che il governo dell’isola “si impegnerà attivamente a proteggere e garantire il diritto di Lin a partecipare alle future competizioni internazionali“.