Non si placano le polemiche: tutti hanno voluto intervenire sulla vicenda, in particolare in Italia, dove non è mancata la coloritura politica. Perché l’incontro di boxe femminile di Parigi 2024 tra l’algerina Imane Khelif e l’italiana Angela Carini è diventato un caso ben oltre lo sport. E proprio per questo motivo, il Cio ha voluto chiarire la questione, emettendo un duro comunicato in serata.
- Khelif-Carini, il Cio prende posizione
- Il Cio ricorda il precedente di Tokyo 2020
- Il Cio contro l'Iba: aggressione
- L'auspicio verso Los Angeles 2028
- Angela Carini, il sostegno di Martina Navratilova
Khelif-Carini, il Cio prende posizione
Il Comitato olimpico ha difeso a spada tratta la scelta di consentire a Imane Khelif e Lin Yu-ting di partecipare ai Giochi. In una lunga nota, ricordando che “ogni persona ha il diritto di praticare sport senza discriminazioni”, si sottolinea che “tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono conformi ai regolamenti di idoneità e di ingresso della competizione, nonché a tutte le normative mediche applicabili. Come per le precedenti competizioni di pugilato olimpiche, il sesso e l’età degli atleti si basano sul loro passaporto”.
Il Cio ricorda il precedente di Tokyo 2020
Regole d’altronde che erano già state applicate a Tokyo e durante i vari eventi di qualificazione. “A Tokyo sono stati coinvolti 1.471 diversi pugili da 172 comitati olimpici nazionali, gli incontri si basavano sulle regole post-Rio 2016, che erano in vigore prima della sospensione della Federazione Internazionale di boxe da parte del Cio nel 2019 e della successiva sospensione nel 2023. Sulle due atlete di cui si sta parlando molto in questi giorni – si legge ancora – sono circolate informazioni fuorvianti e in merito alla squalifica ai Mondiali del marzo 2023 il Cio ritiene che siano state vittima di una decisione improvvisa e arbitraria da parte dell’Iba, senza alcun processo”.
Il Cio contro l’Iba: aggressione
Facendo riferimento a quei verbali, le squalifiche furono prese “esclusivamente dal segretario generale e dal Ceo dell’Iba. Il Consiglio dell’Iba lo ha ratificato solo in seguito e solo successivamente ha chiesto che una procedura da seguire in casi simili in futuro venisse stabilita nel regolamento. I verbali dicono anche che l’Iba dovrebbe “stabilire una procedura chiara sui test di genere. L’aggressione nei confronti di queste due atlete si basa interamente su questa decisione arbitraria, che è stata presa senza una procedura adeguata, soprattutto considerando che queste atlete avevano gareggiato in competizioni di alto livello per molti anni. Un approccio contrario alla buona governance”.
L’auspicio verso Los Angeles 2028
Il Cio insiste sul fatto che “le norme di ammissibilità non dovrebbero essere modificate durante la competizione in corso e qualsiasi modifica delle regole deve seguire processi appropriati e dovrebbe basarsi su prove scientifiche“. Il Comitato olimpico internazionale si dice “rattristato dagli abusi che le due atlete stanno attualmente ricevendo”. Infine l’auspicio che “le federazioni nazionali di pugilato raggiungano un consenso intorno a una nuova Federazione internazionale per poter inserire la boxe nel programma sportivo dei Giochi Olimpici di Los Angeles 2028“.
Angela Carini, il sostegno di Martina Navratilova
Sulla vicenda si è espressa anche l’ex tennista Martina Navratilova, una delle più forti di sempre, che si è schierata dalla parte di Angela Carini. La Navratilova, membro della comunità Lgbt e tra le prime nel mondo dello sport a dichiararsi omosessuale nel 1981, è durissima contro il Cio: ” E’ stata una cosa deplorevole e ingiusta. Questa è tutta colpa dei dirigenti e delle persone al vertice del Cio: voi avete fatto questo, spero siate orgogliosi. Credo che questa volta non finirà bene per le persone che hanno consentito una cosa del genere. E’ stato il momento in cui le Olimpiadi sono morte“.
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