Va bene la boxe, ma qui ci vogliono i knock out. I colpi da ko., quelli che stendono gli avversari e infiammano le folle, quelli che rendono il pugilato qualcosa in più di una nobile arte, capace così di farsi piacere anche dai profani, da chi pensa che sia soltanto un ricettacolo di botte. Per questo Turki Alalshik, facoltoso promotore di Riyadh Season e nuovo guru del mondo della boxe, ha deciso che premiare chi manda al tappeto l’avversario può diventare il grimaldello per aumentare lo spettacolo e rendere i match più avvincente.
- Niente più caccia "al gatto e al topo": gli arabi vogliono i ko.
- Alvarez, la borsa milionaria e quel primo match "noioso"
- Boxe e arti marziali sempre più vicine: un processo irreversibile
Niente più caccia “al gatto e al topo”: gli arabi vogliono i ko.
Gli esteti obietteranno, ma un detto dice che “i soldi mandano l’acqua all’insù” e gli arabi, che pure di acqua non ne hanno tanta (ma di petrolio tantissimo), pensano di risolvere il problema sempre puntando sul lato economico. Per cui nella lauta borsa da 400 milioni di dollari che Riyadh Season ha offerto a Saul “Canelo” Alvarez, con la promessa di organizzargli 4 incontri da qui a fine anno (e uno è già andato), c’è una nuova clausola: un bonus extra qualora il pugile messicano riesca a chiudere l’incontro prima del tempo, naturalmente mandando al tappeto il rivale.
E per annunciare il tutto ha scomodato anche due… giganti della comicità dei cartoni animati. “Basta match alla Tom & Jerry. Alla boxe servono i ko. Nella sfida fra Saul “Canelo” Alvarez e Terence “Bud” Crawford il 13 settembre, e nei prossimi match da noi organizzati, metteremo in palio un premio speciale per chi manderà ko. l’avversario”.
Alvarez, la borsa milionaria e quel primo match “noioso”
Domanda lecita e dirimente: perché mettere in mezzo Tom & Jerry? Perché ad Alalshik non è piaciuto vedere William Scull, il pugile cubano ma con passaporto tedesco che ha affrontato Alvarez lo scorso 3 maggio, schivare ripetutamente i colpi del messicano, di fatto portandolo senza troppa fatica alla 12esima ripresa, prima di cedere (con onore) ai punti.
“Canelo” provava ad affondare il colpo, ma l’avversario gli scappava via all’istante, quasi rifiutando l’idea di un contatto vero e proprio e col solo obiettivo di portare il match alle ultime riprese. Manna dal cielo per i puristi della nobile arte, l’esaltazione della strategia difensiva portata su un palcoscenico tanto grande.
Ma per chi vuole vedere solo “cazzotti”, un pianto: il primo dei 4 match di Alvarez con i promoter arabi è stato sostanzialmente un flop, definito abbastanza noioso e privo di grossi spunti tecnici. E allora gli arabi vogliono correre ai ripari, appunto mettendo sul piatto un bonus per chi vorrà provare a buttare giù l’altro pugile col quale condividerà il ring.
Boxe e arti marziali sempre più vicine: un processo irreversibile
Qualcuno in questa decisione di Alalshik vede anche una sorta di commistione sempre più evidente tra boxe e arti marziali. Non a caso negli ultimi anni i due universi si sono avvicinati: non è più così raro vedere atleti della MMA o provenienti dalla UFC di Dana White salire sul ring per incontri di pugilato (è il caso di Francis Ngannou), tutto questo per rendere un po’ meno banale e più spettacolare anche gli incontri con in palio titoli mondiali.
Il pubblico che paga vuole vedere uno spettacolo che sia facilmente riconoscibile: una volta la boxe offriva comunque match molto tirati e spettacolari, spesso risolti da ko. o da grandi azioni che infiammavano la folla. Negli ultimi decenni si è assistito a una progressiva perdita di spettacolarità a favore di match più fisici e “mentali”, certamente più “bloccati” anche per via delle moderne tecniche di preparazione (inutile girarci intorno: ormai i pugili vengono fatti tutti “con lo stampo”, perché di segreti ne esistono più pochi…).
Alvarez e Crawford potrebbero dunque aprire una nuova strada: il match in programma il prossimo 13 settembre a Las Vegas è il più atteso dell’anno, più anche della sfida tra Usyk e Dubois per la riunificazione dei titoli dei pesi massimi, e l’attesa è già altissima in tutto il mondo. “Canelo” difende le cinture WBA, WBC, IBF e WBO dei supermedi, Crawford è salito di due categorie (dai welter ai supermedi) e tenta di conquistare il terzo undisputed della sua carriera, avendo già realizzato le riunificazioni nei welter e nei superwelter.