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Boxe, Tyson resta in piedi, ma Jake Paul vince facile. Casamonica, una sconfitta che fa discutere

Nessuna sorpresa nella notte di Arlington: Jake Paul vince ai punti contro Tyson, che prova a spingere per tre riprese prima di calare alla distanza

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Di più Mike Tyson non poteva chiedere: a se stesso, perché a 58 anni reggere anche solo un quarto d’ora su un ring contro un pugile di 31 anni più giovane è tanta roba. E forse a Jake Paul stesso, che è parso magnanimo, quasi timoroso nel voler affondare il colpo nel corso del match che ha segnato (salvo sorprese) l’ultimo capitolo della saga di Iron Mike. Più business che boxe, perché ad Arlington la sostanza ha detto quello che molti andavano ipotizzando: un match “surreale”, fatto solo per incollare milioni di spettatori davanti a uno schermo, ma nel quale di pugilato c’è stato ben poco.

Tyson fa quello che può, Paul non infierisce

Paul ha vinto, come avevano previsto i bookmakers, come tutti sapevano che sarebbe andata a finire. Verdetto unanime ai punti: 80-72, 79-73, 79-73. Non è arrivato il colpo del ko., né tantomeno Tyson ha mai dato l’impressione di barcollare per davvero. Ha provato a spingere nei primi tre round (6 minuti complessivi: il match s’è disputato sulla distanza di 8 riprese da due minuti ciascuna, con guanti di 14 anziché le classiche 10 once), poi semplicemente non ne ha avuta più per provare a replicare ai colpi sempre ben assestati portati da Paul.

Che non ha infierito, anzi alla fine ha pure reso omaggio all’ex campione dei pesi massimi: “Se non ci fosse stato lui, io stasera non sarei mai salito su questo ring. È uno dei più grandi pugili mai esistiti, fonte di ispirazione per tanta gente. Tyson è una leggenda e nessun verdetto potrà mai farlo scendere da quel trono”.

Tyson che dal canto suo ha affermato di essere felice e contento: Non dovevo dimostrare niente a nessuno, soltanto a me stesso. Sono salito su quel ring, ho dato tutto quello che potevo dare e sono soddisfatto”.

Netflix, non è filato tutto liscio

La prima di un match di pugilato su Netflix non è filata via liscia come nelle attese: molti problemi di buffering, sintomo di un carico di richieste ai server piuttosto elevate. Però alla fine lo spettacolo è stato portato a casa: poco sul ring, con Paul “magnanimo”, ma di sicuro MVP, organizzatore dell’evento, i conti li ha fatti tornare.

E lo stesso Paul adesso potrebbe vedere aperta qualche porta in più, puntando anche a combattere per un titolo contro avversari più “in carriera” rispetto ad Iron Mike, perché tutto sommato la crescita atletica e pugilistica dello youtuber è parsa evidente a tutti.

Casamonica, una sconfitta che fa discutere

Nella serata, c’è stato anche uno sprazzo d’Italia: con verdetto assai contestato, Armando Casamonica è incappato nella prima sconfitta in carriera con il canadese Lucas Bahdi, che i giudici hanno premiato al termine di 10 riprese assai combattute con un cartellino di 98-92 (il più sorprendente), 96-93 e 95-95. Per la “furia del Quadraro” l’avventura negli USA non dovrebbe comunque finire qui: il management che lo segue ha fatto sapere che ci sono allo studio nuove opportunità per provare a lanciare nella boxe che conta il campione italiano dei pesi superleggeri.

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