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Calcio follia: arbitro donna aggredita da allenatore e tifoso

Grave episodio in Brianza: la ragazza, 16 anni, è stata aggredita verbalmente e fisicamente

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Calcio follia: arbitro donna aggredita da allenatore e tifoso Fonte: ANSA

Oltre ad essere in sé un episodio censurabile, manifesta la crescente ostilità nei riguardi della classe arbitrale. Anche se si tratta di una partita di calcio giovanile, soprattutto perché il direttore di gara, o il fischietto se preferite, è donna.

Un allenatore e un tifoso (molto probabilmente un genitore), secondo quanto riporta Il Giorno ribattuto poi anche dall’ANSA, hanno aggredito fisicamente e verbalmente una ragazza di 16 anni, rea di aver preso una decisione invisa.

Negli ultimi quattro mesi è già la seconda volta che accade: il 24 novembre 2019 Federica Cardinali era stata presa per il collo a pochi minuti dalla fine di una partita Under 17 di calcetto. A Meda, dove il Real ospita la Rivanazzanese, squadra della provincia di Pavia per il campionato regionale U15 femminile. “Si vedeva che l’arbitra non stava molto bene – ha raccontato un genitore a Il Giorno – anche nell’intervallo aveva fatto fatica a riprendere”.

Proprio alla fine il Real è in attacco, l’arbitro, che appartiene alla Sezione Aia di Saronno, guarda il cronometro e con fischio, il secondo (per decretare la fine ne occorrono tre, da regolamento) coincide con un tiro scagliato da una giocatrice del Meda che finisce in gol sul terzo fischio.

La sedicenne convalida la rete e scatena, così, la reazione dell’allenatore ospite che si fionda in campo, la raggiunge, inveisce contro di lei e addirittura le mette le mani addosso. La ragazzina cerca di ripararsi. Un genitore scavalca la recinzione e tenta di raggiungerla. “Questa persona voleva picchiare l’arbitro, diceva di volerla prendere a calci – ha riferito Gianni Zaninello, direttore generale del Real Meda –. Quando ha sentito che il padre della ragazza aveva chiamato i carabinieri, ha scavalcato ed è scappato per i campi”.

Dopo questa sequenza assurda, l’arbitro decide di annullare la rete, forse spaventata o intimorita. L’allenatore entra nello spogliatoio dell’arbitro, prende il suo documento (che da regolamento va consegnato prima della partita) e si allontana. Arrivano i militari e cercano di rasserenare gli animi. Ora dovrà vedersela con la giustizia sportiva e con i legali della famiglia della ragazza, che potrebbero muovere una azione legale dopo quanto accaduto.

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