“Questo è un brutto giorno non solo per il calcio barese, ma per tutta la città. È il giorno di una sconfitta, che brucia mille volte di più di tutte le sconfitte sul campo. Ci abbiamo provato tutti a fare tutto quello che era possibile. Ho provato anche io, forse andando oltre le competenze di un sindaco. L’ho fatto da responsabile di una grande comunità, l’ho fatto da cittadino e anche da tifoso. Ora però non bisogna mollare. Dobbiamo continuare con tutte le nostre forze a lavorare perché a Bari il calcio non finisca in questo pomeriggio di luglio. Non lo merita la città, non lo meritano i suoi tifosi” il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che si era speso come mediatore, non riesce a nascondere l’amarezza: la società biancorossa sprofonda, non si è iscritta al campionato di serie B e dice addio al calcio professionistico dopo 110 anni di storia.
“Purtroppo il poco tempo disponibile per eseguire una due diligence dettagliata e approfondita, consona a una operazione con un alto profilo di rischio, ci costringono a malincuore ad abbandonare questa idea e sfida” aveva detto poche ore prima Andrea Radrizzani, il presidente del Leeds, che era pronto a versare 2,3 milioni di euro. Mentre l’imprenditore barese Ferdinando Napoli, presidente di Edilportale, stando a quanto riferito da ‘Repubblica’ aveva già disposto il bonifico di 700mila euro.
A questo punto si aspetta di capire da quale serie (e con quali proprietari) ripartirà il Bari.
Niente ricorso contro la mancata iscrizione alla serie B anche per il Cesena: la società romagnola ha comunicato di aver aderito all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì. L’udienza del fallimento è fissata per il 9 agosto.
Il 20 luglio scade il bando indetto dal sindaco della città romagnola Paolo Lucchi per trovare gruppi disposti a fondare una nuova società che possa ripartire dai dilettanti, probabilmente dalla serie D.
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