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Calcio in lutto: morto l'arbitro Rosica, malato di Sla

Lottava da tempo contro la Sclerosi laterale amiotrofica.

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Calcio in lutto: morto l'arbitro Rosica, malato di Sla Fonte: 123RF

E’ morto a Roma Giuseppe Rosica, ex arbitro della serie A di calcio che da tempo lottava contro la Sclerosi laterale amiotrofica.

L’ex direttore di gara, 62 anni, è stato il primo ex arbitro ad ammalarsi di Sla, dopo diversi calciatori e protagonisti di altre discipline sportive, come rugby e baseball. Cominciò a fischiare sui campi di calcio all’età di 16 anni: una passione interrotta a 40 anni, dopo aver collezionato 120 presenze, fra i campionati di Serie A e B.

Rosica scoprì di avere la Sla nel 2017: l’avanzamento della malattia fu velocissimo e da oltre un anno viveva con respirazione e alimentazione artificiale, comunicando solo con la tabella oculare.

“Vorrei che questa tremenda malattia, che ci lascia paralizzati in tutto tranne che nella consapevolezza di quanto accade intorno a noi, fosse studiata con più risorse economiche”, le sue parole in una recente intervista all’Ansa.

Penso davvero di essere stato un uomo molto sfortunato. Nel 2012 mi è stata diagnosticata l’aplasia midollare, che colpisce le cellule ed i globuli del sangue. Ero riuscito ad uscirne fuori con successo ma ho avuto poco tempo per gioire. A inizio 2017 ho avuto la conferma della diagnosi della SLA, che ha avuto un percorso velocissimo”.

“Il mio messaggio è di non perdere le occasioni che la vita ci offre e di non spostare mai a domani le nostre decisioni o aspettative. Io oggi non ho un futuro ma posso dire di aver vissuto per quanto potevo scegliendo di fare quello che erano i mie desideri. Come fare l’arbitro, che è stata la mia grande passione. Ho iniziato ad arbitrare da adolescente, avevo 16 anni. Veramente l’ho fatto più per avere la tessera dello stadio e poter vedere la Roma. Poi mi sono appassionato e ho avuto una buona carriera, arbitrando più di 120 partite tra Serie A e B. Ho smesso a 40 anni. Una volta ammonii Vialli e, da ragazzo che conosceva i valori dello sport, mi si avvicinò e mi strinse la mano: fu un bel gesto. Una giornata decisamente no? Quella in cui espulsi Giacinto Facchetti alla sua prima partita da dirigente in campo. Mi spiacque subito dopo, era stato uno dei calciatori che da ragazzo ammiravo e soprattutto un autentico signore, ma è andata così”.

Rosica non si sente di collegare la Sla al calcio: “Credo che sia più un clamore giornalistico. La percentuale di calciatori è molto bassa rispetto ad altre professioni”.

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