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Calciomercato e Fair Play Finanziario: tutte le novità dalla Uefa

Per far fronte all'emergenza Coronavirus sono state adottate misure straordinarie.

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Calciomercato e Fair Play Finanziario: tutte le novità dalla Uefa Fonte: 123RF

Dal 2009 le società calcistiche hanno dovuto rapportarsi in maniera obbligatoria al Fair Play Finanziario, introdotto dalla Uefa con l’obiettivo di rendere i club autosufficienti dal punto di vista economico anche attraverso l’estinzione dei debiti precedentemente contratti e l’autosostentamento finanziario.

Ad alimentare il processo che ha portato all’introduzione del FPF, il principio secondo il quale il divario tra i club di calcio sia sempre più da ricondursi, ancor prima che a fattori prettamente sportivi e calcistici, a ragioni e questioni economiche. In seno alla Uefa, inoltre, si era radicato il fondamento di dover osteggiare un metodo vizioso secondo il quale la corsa alla campagna acquisti di rafforzamento da parte delle società più blasonate generava un costante, irrefrenabile indebitamento.

Gli undici valori della Uefa e il FPF

In tal senso, la Union of European football associations optò per la fermezza: occorreva dare priorità ai principi fondanti, pena lo sgretolamento del sistema calcio. Vennero in tal senso resi pubblici gli undici valori imprescindibili, uno dei quali era e continua a essere quello del Fair Play Finanziario.

Fonte: Getty Images

Tra i principali promotori del Fair Play Finanziario va ricordato Michel Platini

Tra i principali promotori va ricordato Michel Platini, per cui nel calcio la passione deve necessariamente fare rima con ragione: affinché ciò accada, il pensiero dell’ex calciatore della Juventus eletto per la terza volta consecutiva Presidente della Uefa il 24 marzo 2015 poco prima del triste declino, è necessario che tutti giochino seguendo le stesse regole, ivi inclusa quella della sostenibilità dei bilanci. Al fine di chiarire ogni intento, la stessa Uefa ha redatto il manuale ufficiale del Fair Play Finanziario.

Tra gli undici valori che la Uefa mette in evidenza, rientrano di diritto la priorità di intendere il calcio prima come sport e gioco e solo secondariamente come business. Viene rimarcata la struttura piramidale e sussidiaria, l’integrità della disciplina e – appunto – il presupposto del Fair Play Finanziario, secondo cui i club hanno il dovere di operare in maniera trasparente e responsabile.

Gli obiettivi del piano di FPF

Occorre in tal senso che il debito non sia il presupposto per la competitività ma che ad alimentare le casse delle società siano innescati processi virtuosi, quali ad esempio le risorse auto generate. Con il Fair Play Finanziario ci si pone una serie di obiettivi funzionali, strutturali e prospettici: in primo luogo, ordinare e razionalizzare conti e finanze al fine di mettere in salvezza il futuro dei club.

In secondo luogo, occorre preservare e valorizzare le risorse umane e infrastrutturali delle società attraverso gli investimenti nei settori giovanili e la realizzazione di strutture che accrescano il valore patrimoniale del club stesso. In terzo luogo, serve tenere fede ai propri impegni economici anche onorando i propri debiti nei tempi e nei modi pattuiti.

Il monitoraggio Uefa e i club sanzionati

Il monitoraggio della Uefa nei confronti dei club è iniziato nel triennio compreso tra 2011 e 2014, quando sono state attenzionate le società seguendo tre parametri:

  • Assenza di debiti arretrati nei confronti di personale interno o altri club
  • Rendicontazione finanziaria sul futuro
  • Obbligo del pareggio di bilancio

Nel 2014 otto club sanzionati

Ciascuna delle società è stata punita per non aver rispettato i parametri imposti dal Fair Play Finanziario. Nell’ordine:

  • Manchester City (Inghilterra)
  • Psg (Francia)
  • Galatasaray, Trabzonspor e Bursaspor (Turchia)
  • Zenit San Pietroburgo, Rubin Kazan e Anzhi (Russia)

Nel 2015 sanzioni ai danni di 14 società

  • Besiktas e Karabukspor (Turchia)
  • FC Krasnodar, Lokomotiv Mosca e Rostov (Russia)
  • Monaco (Francia)
  • Sporting Lisbona (Portogallo)
  • CSKA Sofia (Bulgaria)
  • Inter e Roma (Italia)
  • Ruch Chorzòv (Polonia)
  • Hapoel Tel Aviv (Israele)
  • Panathinaikos (Grecia)
  • Hull City (Inghilterra)

Solo quattro società colpite nel 2016

Gli effetti sortiti dalla politica della Uefa cominciano a vedersi dal 2016, quando il numero di club meritevoli di sanzione si riduce drasticamente, passando a quattro:

  • Fenerbache e Trabzonspor (Turchia)
  • FC Astana (Kazakistan)
  • GNK Dinamo Zagabria (Croazia)

L’anno dopo, 2017, una sola segnalazione con conseguente sanzione:

  • Porto (Portogallo)

Due le sanzioni nel 2018 ai danni di:

  • KF Tirana (Albania)
  • Vojvodina (Serbia)

Nel 2019 ben 13 società colpite dall’intervento Uefa:

  • Ekranas (Lituania)
  • Cluij, Targu Mures (Romania)
  • Bursaspor, Karabukspor (Turchia)
  • Pallohonka (Finlandia)
  • Milan (Italia)
  • Panathinaikos (Grecia)
  • Inter Baku (Azerbaigian)
  • Dinamo Mosca (Russia)
  • Cska Sofia (Bulgaria)
  • Dnipro (Ucraina)
  • Partizan Belgrado (Serbia)
  • Sion (Svizzera)
  • Irtysh (Irlanda)
Fonte: Getty Images

Pep Guardiola e il suo ManCity hanno rischiato, nel 2020, di stare fuori dall’Europa per due anni

FPF 2020: il caso del Manchester City

Nel 2020 ha fatto scalpore il caso del Manchester City, inizialmente sanzionato dalla Uefa con due anni di esclusione dalle coppe europee per presunta violazioni delle regole del Fair Play Finanziario.

La pena venne poi cancellata in seguito all’appello del club al Tas – Tribunale Arbitrale dello Sport – il quale ha depotenziato la sentenza iniziale e annullato la squalifica.

La ragione di tale decisione sta tutta nella incapacità – così dicono le motivazioni – di dimostrare o produrre le prove necessarie per sostenere le accuse.

Otto club puniti nel 2021

  • CSKA Sofia (Bulgaria)
  • Cluj (Romania)
  • Astana (Kazakistan)
  • Mons Calpe (Gibilterra)
  • Porto, Santa Clara e Sporting (Portogallo)
  • Real Betis (Spagna)

Otto società sanzionate nel 2022, metà delle quali italiane

  • Inter, Juventus, Milan, Roma (Italia)
  • Monaco, Olympique Marsiglia, Psg (Francia)
  • Beşiktas (Turchia)

Cosa sono il FPF e il pareggio di bilancio

Attraverso lo strumento del Fair Play Finanziario la Uefa monitora e controlla le condizioni di salute economica di un club, vagliandone i bilanci al fine di riscontrare l’effettivo stato di pareggio di bilancio, il cosiddetto breakeven, ovvero una condizione finanziaria che conservi un equilibrio speculare tra spese e ricavi.

Viene legittimata anche una perdita lieve, pur che rientri nella misura massima dei 5 milioni di euro per le tre annualità analizzate. Solo successivamente al superamento della fase di analisi e vaglio, la Uefa rilascia una licenza che consente la partecipazione alle competizioni organizzate dalla stessa Associazione.

Tutte le novità introdotte dalla Uefa

Al termine di settimane di riflessione la Uefa ha deciso di apportare modifiche a calciomercato e Fair Play Finanziario per far fronte all’emergenza Coronavirus. La novità più importante è quella del termine della finestra estiva di mercato: tutte le federazioni affiliate avranno tempo fino al 5 ottobre, in modo tale da permettere una regolare registrazione dei giocatori alla fase a gironi delle competizioni per club 2020/21 entro il 6 ottobre.

Le novità per i debiti scaduti:

  • tutte le società che partecipano alle competizioni Uefa devono dimostrare entro il 31 luglio (invece del 30 giugno) e il 30 settembre di non avere debiti scaduti per trasferimenti, dipendenti ed enti socio-fiscali legati a pagamenti da liquidare rispettivamente al 30 giugno e al 30 settembre;
  • tutti i club che partecipano alle competizioni Uefa devono comunicare le informazioni relative ai movimenti per i trasferimenti al 30 giugno e al 30 settembre, in modo da consentire la verifica incrociata tra le informazioni e i debiti di altri club.

Le novità per regola di pareggio di bilancio (valide anche per la stagione 2021/2022):

  • la valutazione dell’esercizio 2020 è rinviata di una stagione e sarà valutata insieme all’esercizio finanziario 2021;
  • il periodo di monitoraggio 2020/2021 è ridotto e copre solo due periodi di rendicontazione (esercizi finanziari che terminano nel 2018 e nel 2019);
  • il periodo di monitoraggio 2021/2022 è esteso e copre quattro periodi di rendicontazione (esercizi finanziari che terminano nel 2018-2019-2020 e 2021).
  • gli esercizi finanziari 2020 e 2021 sono valutati come un unico periodo;
  • l’impatto negativo della pandemia viene neutralizzato facendo la media del deficit combinato del 2020 e del 2021, nonché consentendo ulteriori aggiustamenti specifici legati al COVID-19.

Obiettivi delle nuove norme:

  • garantire flessibilità e assicurare allo stesso tempo che i club continuino ad adempiere puntualmente ai loro obblighi riguardanti trasferimenti e stipendi;
  • dare ai club più tempo per quantificare e contabilizzare le perdite di fatturato non previste;
  • neutralizzare l’impatto negativo della pandemia consentendo ai club di adeguare il calcolo del pareggio di bilancio per le mancate entrate registrate nel 2020 e nel 2021, proteggendo allo stesso tempo il sistema da potenziali abusi;
  • garantire la parità di trattamento dei club in cui l’impatto del COVID-19
  • possa aver influito in più periodi di rendicontazione a causa di scadenze fiscali diverse e diversi calendari dei campionati nazionali;
  • affrontare il problema attuale della carenza di entrate dovuta all’emergenza COVID-19
  • e non a una cattiva gestione finanziaria;
  • mantenere lo spirito e l’intento del fair play finanziario per la sostenibilità a lungo termine del calcio.

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