Maradona temeva per i falli degli avversari, Platini parlava tanto e faceva lo spiritoso in campo, van Basten era un po’ altezzoso e non si curava proprio di compagni e avversari, Boniek diceva parolacce in polacco, Zico era un gran signore. E’ la sintesi dei giudizi di Paolo Casarin, frutto dei ricordi personali dell’ex arbitro che ha avuto la fortuna di dirigere tutti i grandi assi del calcio mondiale. Sul Corriere della Sera Casarin apre il baule della memoria e rivela numerosi aneddoti su tutti gli ex fuoriclasse di Napoli, Juventus, Udinese, Milan e Roma.
Casarin ricorda Maradona spaventato
Si parte da Maradona, il migliore di tutti per Casarin che ricorda di averlo arbitrato in Manchester-Barcellona nel 1983 per la prima volta: “Era preoccupato solo per l’integrità dei suoi piedi; mi chiedeva spesso di proteggerlo dagli inglesi”.
Casarin e la mano de Dios
Proprio agli inglesi segnò il gol con la mano de dios nell’86: “Tante volte gli ho chiesto ragione del gesto. Risposte incerte e talvolta forti. «Paolo… non mi sono accorto», oppure «Paolo, vaff…!». Nel 1994, ai Mondiali Usa, ero il delegato della Fifa nella partita dell’Argentina successiva alla squalifica di Diego. Per fortuna che tra i giocatori argentini c’erano Balbo e Sensini che avevano giocato in Italia: spiegarono ai compagni, furibondi per l’assenza del capitano, che la squalifica non era dipesa certamente da me”.
Casarin e il ricordo di Platini
Poi si passa a Platini: “In campo parlava e cercava anche di essere spiritoso. Segnava un gol magnifico e subito ti guardava e diceva «che gol di m…!». Temeva anche lui i calci sui piedi al punto che chiedeva all’avversario «Lele, per favore non picchiarmi sui piedi».
Casarin omaggia Zico
Quindi tocca a Zico. “educato, amichevole, mai una protesta. Un piede meraviglioso e gol da applausi. A Udine Righetti della Roma fece un’entrata forte su di lui che non mi sembrò fallosa. Tribune inferocite con me e anni senza tornare al Friuli. Mi invitò ad arbitrare la sua gara d’addio al Maracanà”.
Casarin e le parolacce di Boniek
Su Boniek Casarin ricorda: “Arrivato in Italia, alla prima gara arbitrata con lui in campo, mi rivolgeva parole in polacco, con toni accesi. Cercai di sentire meglio e mi accorsi che non erano complimenti….parole e parolacce. Rientrando nello spogliatoio lo presi per un braccio e, in polacco poverissimo, gli dissi «Zibi nel secondo tempo o mi parli in italiano o stai zitto!». Ora è il mio miglior amico.
Infine il ricordo degli olandesi del Milan: “Ho incontrato il trio agli Europei del 1988, la mia ultima partita. Implacabile Van Basten, tre gol, e tanta indifferenza verso gli altri, nessuno escluso. Rijkaard aveva altro da fare a metà campo che occuparsi dell’arbitro mentre Gullit si divertiva a giocare al pallone. Mi congedai da lui e dal fischietto con un abbraccio”.