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Caso Barcellona, si allarga scandalo su soldi a vicepresidente arbitri: cosa rischia il club

Sono 33 i pagamenti effettuati tra il 2016 e il 2018 dal club blaugrana a Negreira: nella vicenda sarebbe coinvolto anche il figlio. I blaugrana potrebbero essere puniti con la retrocessione 

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Emergono nuoti dettagli circa lo scandalo che ha colpito il Barcellona per il denaro versato tra il 2016 e il 2018 a José María Enríquez Negreira, all’epoca vice-presidente del Comitato tecnico degli arbitri della Liga: secondo l’ex arbitro oggi opinionista sportivo Andujar Oliver sarebbe coinvolto anche il figlio di Negreira. Intanto per i media spagnoli il Barcellona rischia addirittura la retrocessione.

I 33 pagamenti del Barcellona a Negreira

Nel caso BarcellonaNegreira una certezza c’è: il club catalano ha effettivamente pagato tra il 2016 e il 2018 più di un milione di euro – 1,4 milioni per Cadena Ser, che ha dato la notizia, 1,7 milioni secondo Marca – a quello che all’epoca era il vice-presidente del Comitato tecnico degli arbitri spagnoli. A provarlo ci sono le fatture presentate dal Barça all’Agenzia delle entrate nel 2021 e rivelate da El Mundo: 33 i pagamenti effettuati dal club blaugrana.

In un rapporto dell’Agenzia si legge che le causali dei pagamenti contenevano due motivazioni: “preparazione e invio di video tecnici al clun” e “consulenza video-tecnica”. Il presidente dl Barcellona Joan Laporta s’è difeso affermando proprio che si trattava di consulenze arbitrali, una cosa normalissima per i grandi club. Più avanti, però, l’Agenzia spiega che “Il Barça voleva assicurarsi con questi pagamenti di avere arbitraggi neutrali”.

Il rischio retrocessione per il Barcellona

Un comportamento che secondo Marca lederebbe l’articolo 22 dello Statuto della RFEF, la Federcalcio spagnola, che fissa diritti e doveri fondamentali dei propri membri. Tra questi, l’obbligo di osservare “i principi di lealtà, integrità e sportività in conformità con i principi del fair play”, astenendosi dallo svolgere attività che mettano in pericolo l’integrità e la reputazione della Federazione o delle sue competizioni; e il dovere di astenersi dall’accettare o fare regali che possano ritenersi eccessivi ad altri soggetti appartenenti alla RFEF.

Al momento la RFEF non è ancora intervenuta nella faccenda, ma secondo i media spagnoli il comportamento del Barcellona potrebbe integrare la violazione del regio decreto sullo sport del ’92, che prevede come sanzione massima la retrocessione dalla categoria: a decidere su questo argomento dovrebbe essere il Consiglio Superiore dello Sport di Spagna.

Scandalo Barcellona, sospetti anche sul figlio di Negreira

Intanto nuove ombre sul caso vengono gettate da Andujar Oliver, ex arbitro oggi opinionista, che a Marca ha tirato in ballo il figlio di Negreira, anch’egli coinvolto nel lavoro del Comitato tecnico arbitrale: lavorando come psicologo degli arbitri, l’uomo avrebbe raccolto le loro confidenze.

Inoltre il figlio di Negreira si sarebbe occupato in passato dei trasferimenti degli arbitri che avrebbero diretto il Barcellona dagli hotel al Camp Nou.

Caso Barcellona, si allarga scandalo su soldi a vicepresidente arbitri: cosa rischia il club Fonte: Getty Images

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