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Caso Sinner, i dubbi sulla anomala decisione dell'Itia e che cosa accade adesso: il parere dell'avvocato

La volontà di approfondire in merito a quanto accaduto potrebbe comportare importanti sviluppi e altrettante conseguenze per il numero 1 della classifica ATP

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Ettore Traini

Ettore Traini

Avvocato

Avvocato penalista ed esperto di diritto dello Sport. Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano, attualmente è membro della Commissione diritto dello sport dell’Ordine degli Avvocati di Milano

Jannik Sinner, in occasione del torneo di tennis svoltosi nel mese di marzo a Indian Wells, è stato trovato positivo a due differenti controlli antidoping, rispettivamente il 10 e il 18 marzo. Nella specie, è stata rilevata la presenza, in misura infinitesimale, del Clostebol, uno steroide anabolizzante inserito nella lista delle sostanze dopanti contenuta nel Codice internazionale antidoping.

La difesa di Sinner

Il team legale di Sinner, a fronte dell’accusa mossa subito all’atleta dall’Itia (International Integrity Agency organismo, questo, deputato ad affrontare e contrastare il fenomeno del doping nel tennis), è riuscito a provare l’assoluta mancanza di responsabilità in capo al tennista. Gli avvocati hanno infatti dimostrato, non solo l’accidentalità della presenza della sostanza proibita e quindi la mancanza di dolo, ma anche l’assenza di colpa.

La contaminazione con la sostanza dopante sarebbe avvenuta, secondo la difesa, in via transdermica ossia in seguito ai massaggi svolti sull’atleta dal fisioterapista, Giacomo Naldi che stava curandosi una ferita alla mano sinistra con una pomata cicatrizzante, il Trofodermin, (contenente lo steroide),

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procuratagli dal preparatore atletico di Sinner Umberto Ferrara che l’aveva a sua volta acquistata presso una farmacia di Bologna.

La pronuncia della ITIA, International Tennis Integrity Agency

In data 19 agosto l’Itia, dopo un’accurata indagine, rendeva pubblica la propria decisione con la quale, accogliendo le considerazioni svolte dalla difesa di Sinner, ne riconosceva la buona fede.

La nota dell’organismo tuttavia specificava che:

“…data la natura oggettiva delle regole antidoping, Sinner accetta di perdere i punti del torneo di Indian Wells in cui è stato effettuato il test”.

Le reazioni

Il proscioglimento di Sinner ha tuttavia provocato critiche e reazioni. Segnatamente, una presunta disparità di trattamento rispetto a casi analoghi in cui, in attesa della decisione dell’organo disciplinare, l’interessato era stato sospeso dall’attività agonistica.

Ad esempio nel caso della tennista Simona Halep la quale era stata sospesa in attesa della decisione disciplinare.
Ebbene, al di là dell’ovvia considerazione secondo la quale ogni caso va valutato autonomamente, il fatto che l’organo disciplinare non abbia adottato un provvedimento di sospensione è da accogliere positivamente perché rappresenta una posizione garantista e rispettosa dei diritti dall’atleta, e ciò in generale e a prescindere dalla validità e fondatezza della difesa di Sinner.

La lotta al doping è una battaglia giusta e doverosa in considerazione dell’importanza dello sport come strumento di diffusione di valori positivi, ma questa condivisibile battaglia non può giungere al punto di negare i diritti dei soggetti coinvolti.

Gli sviluppi

La questione che ora si pone è la possibile impugnazione del provvedimento dell’Itia. Il potere di appellare simili decisioni è riconosciuto sia alla Nado Italia (Organizzazione Nazionale Antidoping) sia alla Wada (World Antidoping Agency).

Quanto a Nado Italia, non pare che ne abbia l’intenzione mentre la Wada ha ufficialmente comunicato di avere richiesto ulteriore documentazione il che, a norma dell’art. 13.2 del Codice Internazionale Antidoping, provoca lo slittamento del termine ultimo per appellare di altri 21 giorni.

Le eventuali conseguenze

In caso di appello, la decisione spetterebbe al Tas (il Tribunale dello Sport di Losanna), il quale potrebbe accogliere l’impugnazione della Wada oppure respingerlo. Nel primo caso la sanzione sarebbe un periodo di sospensione, decorrenza retrodatata al momento dei controlli, da tre a sei/otto mesi; il che significherebbe per Sinner la perdita delle vittorie, dei premi e dei punti conseguiti dal mese di marzo in poi. Nel secondo caso l’assoluzione sarebbe definitiva.

Numerose sono le evidenze che inducono a ritenere difficile che la Wada presenti comunque appello. In primo luogo, la difesa di Sinner è stata efficace, tanto è vero che non è stata disposta, come già rilevato, neppure la sospensione cautelare.

La pronuncia dell’Itia, di ben 33 pagine, si fonda poi su considerazioni oggettive provate anche dallo scontrino d’acquisto della pomata Trofodermin presso la farmacia di Bologna e dalla fotografia del dito fasciato della mano del massaggiatore Naldi.

A Sinner non può quindi essere addebitata nessuna responsabilità per quanto accaduto poiché la contaminazione transdermica non poteva essere da lui prevista né evitata, neppure adottando la massima diligenza.

Diversi sono invece i casi, molto frequenti, in cui l’assunzione, seppur accidentale, di sostanza dopante da parte degli atleti avvenga per ingestione, di bevande o alimenti; in questi casi infatti la diligenza richiesta impone di prestare particolare attenzione al contenuto di ciò che viene assunto.

Altra considerazione, la Wada negli ultimi tempi e in particolare dopo il mancato appello della vicenda riguardante i nuotatori cinesi è stata oggetto di critiche che ne hanno in parte offuscato l’immagine quindi, un eventuale rigetto da parte del Tas dell’impugnazione contro il proscioglimento di Sinner, la esporrebbe ad un’ulteriore perdita di credibilità.

Da ultimo, anche la decisione dell’Itia è censurabile poiché dal 2013 al 2019 sono stati trovati positivi 156 professionisti ma solo il 34% di loro è stato sanzionato mentre i nomi degli altri coinvolti non sono stati neppure mai resi pubblici.

Non si comprende quindi per quale ragione invece, nel caso Sinner, nonostante le prove a discarico portate dalla sua difesa, l’Itia non abbia proceduto in modo analogo.

La decisione di rendere pubblica la vicenda, conclusasi sotto il profilo disciplinare semplicemente con la perdita di punti e premi del torneo di Indian Wells, ha tuttavia esposto Sinner a polemiche e sospetti del tutto ingiusti e immeritati.

In conclusione, si auspica che la Wada, non impugnando il provvedimento dell’Itia, ponga le premesse per chiudere questa sgradevole vicenda, restituendo così a Sinner la serenità necessaria per affrontare i suoi prossimi impegni agonistici.

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