L’incubo dei cavi d’acciaio tesi tra alberi e pali è la causa della morte di Damiano Bufo, secondo una prima essenziale ricostruzione che è stata diffusa anche da Virgilio Notizie che sottolinea come la scomparsa, tragica del giovane sia avvenuta in circostanze ancora da chiarire.
Dopo Milano, Foggia e Pistoia, il nome di Bufo si aggiunge, purtroppo, a una lista di vittime di atti criminali che hanno nella presenza di questi cavi un comune denominatore: Damiano è stato ucciso da una catena di acciaio tesa tra due alberi a San Nicola di Bisenti (Teramo), dove si trovava per trascorrere qualche ora con gli amici e dedicarsi al motocross, una passione che condivideva con il gruppo.
- Il drammatico incidente costato la vita a Bufo
- La pericolosità di cavi e catene d'acciaio
- Il dramma di Cirrincione
Il drammatico incidente costato la vita a Bufo
Secondo le prime informazioni il giovane, appassionato di moto, stava facendo motocross con un gruppo di amici a Bisenzio in un luogo adatto ad allenamenti di questo tipo, per quanti come lo stesso Bufo aveva una passione che traduceva nella partecipazione a eventi e gare a livello regionale.
I ragazzi che erano con Damiano, tanto quanto lui, pare siano estremamente esperti ma ciò non ha impedito che a causa dell’ostacolo teso fra due alberi il motociclista perdesse il controllo del mezzo ed è caduto a terra.
Inutili i soccorsi del 118, tempestivamente allertato dai compagni presenti al momento dell’incidente: per il ragazzo non c’è stato nulla da fare, a causa delle gravi ferite riportate e nonostante presenti e sanitari abbiano deciso di trasferire il ragazzo in elisoccorso al più vicino nosocomio di Pescara nel disperato tentativo di tentare di salvargli la vita.
I componenti del gruppo, da quanto sta emergendo in queste ore, sarebbero tutti appassionati e con un certo bagaglio.
La pericolosità di cavi e catene d’acciaio
Una prova di coraggio e ostinazione per questo sportivo, che non è servito a preservarlo da una sorte talmente assurda e inaccettabile da scuotere l’intera comunità, da quel che è stato riportato anche da Repubblica e Fanpage.
Sotto choc la comunità di Castiglione Messer Raimondo, dove il ragazzo era nato e ha vissuto fino a un paio di anni fa, prima di trasferirsi a Pineto in provincia di Pescara, per una scelta familiare condivisa con i suoi genitori con i quali condivideva anche il lavoro.
Il sindaco, Vincenzo D’Ercole, a nome di tutta la cittadinanza, ha espresso “profondo cordoglio e vicinanza” ai familiari di Damiano, morto in seguito ad un avvenimento orribile ma evitabile e su cui andrà fatta chiarezza.
Il dramma di Cirrincione
Un episodio simile, senza il medesimo e tragico epilogo, è stato registrato ai danni del pilota enduro Daniele Cirrincione, il quale durante un allenamento rischiò la sua vita dopo essere stato disarcionato dalla propria moto, a Venegono Inferiore.
Una situazione di estrema e inquietante similitudine con quel che è capitato allo sfortunato Bufo: il pilota era rimasto vittima di un attentato, incappando in un cavo d’acciaio che aveva messo a repentaglio la sua esistenza.