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Catena d'acciaio nel bosco tra due alberi: il pilota di motocross Damiano Bufo cade e muore

L'incidente, drammatico, è avvenuto nel pomeriggio di domenica 17 marzo: sensazione, stupore e rabbia da parte degli amici. Vicinanza ai suoi cari dal sindaco del centro dove abitava il pilota

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

L’incubo dei cavi d’acciaio tesi tra alberi e pali è la causa della morte di Damiano Bufo, secondo una prima essenziale ricostruzione che è stata diffusa anche da Virgilio Notizie che sottolinea come la scomparsa, tragica del giovane sia avvenuta in circostanze ancora da chiarire.

Dopo Milano, Foggia e Pistoia, il nome di Bufo si aggiunge, purtroppo, a una lista di vittime di atti criminali che hanno nella presenza di questi cavi un comune denominatore: Damiano è stato ucciso da una catena di acciaio tesa tra due alberi a San Nicola di Bisenti (Teramo), dove si trovava per trascorrere qualche ora con gli amici e dedicarsi al motocross, una passione che condivideva con il gruppo.

Il drammatico incidente costato la vita a Bufo

Secondo le prime informazioni il giovane, appassionato di moto, stava facendo motocross con un gruppo di amici a Bisenzio in un luogo adatto ad allenamenti di questo tipo, per quanti come lo stesso Bufo aveva una passione che traduceva nella partecipazione a eventi e gare a livello regionale.

I ragazzi che erano con Damiano, tanto quanto lui, pare siano estremamente esperti ma ciò non ha impedito che a causa dell’ostacolo teso fra due alberi il motociclista perdesse il controllo del mezzo ed è caduto a terra.

Inutili i soccorsi del 118, tempestivamente allertato dai compagni presenti al momento dell’incidente: per il ragazzo non c’è stato nulla da fare, a causa delle gravi ferite riportate e nonostante presenti e sanitari abbiano deciso di trasferire il ragazzo in elisoccorso al più vicino nosocomio di Pescara nel disperato tentativo di tentare di salvargli la vita.

I componenti del gruppo, da quanto sta emergendo in queste ore, sarebbero tutti appassionati e con un certo bagaglio.

La pericolosità di cavi e catene d’acciaio

Una prova di coraggio e ostinazione per questo sportivo, che non è servito a preservarlo da una sorte talmente assurda e inaccettabile da scuotere l’intera comunità, da quel che è stato riportato anche da Repubblica e Fanpage.

Sotto choc la comunità di Castiglione Messer Raimondo, dove il ragazzo era nato e ha vissuto fino a un paio di anni fa, prima di trasferirsi a Pineto in provincia di Pescara, per una scelta familiare condivisa con i suoi genitori con i quali condivideva anche il lavoro.

Il sindaco, Vincenzo D’Ercole, a nome di tutta la cittadinanza, ha espresso “profondo cordoglio e vicinanza” ai familiari di Damiano, morto in seguito ad un avvenimento orribile ma evitabile e su cui andrà fatta chiarezza.

Il dramma di Cirrincione

Un episodio simile, senza il medesimo e tragico epilogo, è stato registrato ai danni del pilota enduro Daniele Cirrincione, il quale durante un allenamento rischiò la sua vita dopo essere stato disarcionato dalla propria moto, a Venegono Inferiore.

Una situazione di estrema e inquietante similitudine con quel che è capitato allo sfortunato Bufo: il pilota era rimasto vittima di un attentato, incappando in un cavo d’acciaio che aveva messo a repentaglio la sua esistenza.

Catena d'acciaio nel bosco tra due alberi: il pilota di motocross Damiano Bufo cade e muore Fonte: Archivio ANSA

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