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Olimpiadi, Ceccon si prende l'oro nei 100 dorso: Thomas come Martinenghi, a Parigi la gara perfetta

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Olimpiadi magiche per il nuoto italiano: Thomas Ceccon si prende la medaglia d’oro nei 100 metri dorso e bissa il primo posto di Nicolò Martinenghi nella pari distanza a rana. La sera di Parigi si tinge di tricolore in coda a una giornata in cui le soddisfazioni sono state parecchio inferiori alle gioie. Aveva infilato un argento e un paio di bronzi ai Giochi, il più recente qualche giorno fa con la staffetta della 4×100 stile: un riconoscimento individuale gli mancava.

Aspettavamo Thomas in silenzio, per scaramanzia: la verità è che nelle braccia aveva sia il primo posto che il record del mondo. Ha centrato il primo obiettivo con un 52’’ netto che ha messo dietro tutti. Il cinese Xu, esplosivo all’avvio per fuggire via immediatamente, s’è portato avanti poi il grande ritorno di Ceccon che ha abituato a prove entusiasmanti d vivere carburando col diesel.

Ceccon si avvolge nel tricolore

Lo squalo è all black: cuffia e costume. Ha respirato una volta, appena prima di partire, poi chissà. Sparito nell’acqua: una cinquantina di secondi in apnea. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: sono state le prime parole di Ceccon, dopo il tocco del bordo vasca, lo spruzzo d’acqua due metri davanti, la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande. Poi, però, non è riuscito a dire più nulla: troppo emozionato, ha dato appuntamento a dopo il podio, la premiazione, il tuffo tra i colleghi, gli amici e i familiari.

Avvolto nel tricolore, Thomas proverà a mettere a fuoco: le sfumature le coglie già ma non ha ancora capito quanto sia immenso l’oro appena messo al collo. Come Martinenghi, nella prima similitudine che salta in mente: la gara perfetta di Thomas è arrivata quando doveva arrivare.

Oggi è il giorno: ti giochi tutto in un minuto, ti giochi tutto sui decimi ed è crudele. Una finale simile lo scorso anno l’ho persa: occorreva passare forte subito e tenere il ritmo fino alla fine.

Il tributo a Martinenghi per l’oro nei 100 rana

Thomas Ceccon ha fatto di tutto per non lasciare Niccolò Martinenghi in solitaria nell’oasi – felice ma pur sempre oasi – dell’unica medaglia d’oro (finora, beninteso) nel nuoto. Si è preparato curando i minimi dettagli. Per dire: aveva i baffi, li ha tolti. Aveva i peli: corpo depilato. Per scivolare via con meno attrito, uno pensa anche questo. In realtà se l’estetica ci ha restituito un campione col volto nuovo – sembrava un giovane Montalbano col mustacchio, adesso si vede anche il labbro superiore in carne -, Ceccon non è cambiato nell’approccio alle gare.

Determinato lo è da sempre, anche le doti da leadership non gli sono mai mancate. Non si è nascosto quando le spedizioni sono andate peggio rispetto alle attese – i Mondiali in Giappone, per dirne una: ha tenuto in piedi l’Italia del nuoto ma qualche frecciata ai compagni che avevano preso sottogamba l’evento (magari in funzione delle Olimpiadi di Parigi) l’aveva pure scagliata.

Thomas e la sfida di Nicolò

Per dire: mentre Martinenghi si trasformava in ranista d’oro, lui era lì, a bordo vasca. Ha fatto il tifo, s’è meravigliato, ha previsto il primo posto quando Nicolò non aveva ancora fatto in tempo a toccare il bordo vasca e l’ha omaggiato con un applauso lunghissimo. Non domo, a tarda sera gli ha pure messo in piedi una festa coi compagni di spedizione.

Le medaglie olimpiche di Ceccon

Guardi il palmares e la bacheca non è quella di un ragazzo di 23 anni, semmai somiglia più alla vetrina da esposizione dei un veterano. Alla voce Giochi olimpici spiccano le due medaglie di Tokyo, un argento e un bronzo, entrambe a staffetta: 4×100 metri stile libero e 4×100 metri misti. Ancora dalla staffetta la terza perla olimpica: stavolta a Parigi 2024, ancora un bronzo nella 4×100 metri stile libero. E poi un oro stratosferico nella sua specialità: i 100 dorso.

Cercava qualcosa di importante, Thomas

Cercava qualcosa di importante, Thomas: l’ha detto dopo la semifinale con cui ha staccato il pass per l’ultimo atto. 52’’58 per ribadire che stava bene, era tutto sotto controllo nonostante una batteria, quella delle qualificazioni, apparsa lenta. Aveva tutto sotto controllo: si è messo di fianco al cinese Xu, rivale più accreditato, e proprio così – uno accanto all’altro – se la sono giocata. Ma nemmeno un fenomeno come il cinese ha potuto fare nulla contro la serata magica di Ceccon.

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