Non è un’invenzione di questi tempi affidare ruoli di grande responsabilità alle bandiere dei club: nell’Inter è consuetudine da sempre, da Facchetti a Zanetti, ma anche la Juve con Nedved o altri club oggi come ieri (Totti, Antognoni, Juliano, Chinaglia) ed è quello che si sta verificando anche al Milan. La “promozione” di Paolo Maldini che dopo aver rivestito un ruolo piuttosto ambiguo nella scorsa stagione, senza reali poteri, è un’investitura vera e propria da parte di Gazidis che è pronto a dare incarichi decisionali all’ex terzino. Anche al Milan è già successo in passato (a prescindere da Leonardo) ed è sulla scorta di esperienze antiche che Alberto Cerruti lancia qualche consiglio.
IL PRECEDENTE – La storica firma della Gazzetta, nell’editoriale su Milannews, ricorda il precedente di 40 anni fa, quando fu un altro grande capitano del Milan, la leggenda per eccellenza, ovvero Gianni Rivera, a diventare vicepresidente subito dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Felice Colombo era il presidente e Rivera il suo braccio destro, sempre in prima linea anche sul mercato. Finì male, anzi malissimo perchè non solo il Golden Boy non si rivelò tale dietro una scrivania ma soprattutto perchè sotto la sua gestione il Milan venne coinvolto nel primo scandalo scommesse del 1980.
IL CONSIGLIO – Maldini pertanto non sarà solo un uomo immagine ed è stato lui a suggerire il nome di Giampaolo. Cerruti spiega pertanto quali devono essere i compiti di Maldini proprio per non fare la fine di Rivera e sono: primo compito di Maldini sarà quello di proteggere e difendere il nuovo allenatore, al primo anno in una grande squadra. Le difficoltà non mancheranno e proprio nelle difficoltà si misurano i grandi dirigenti, perché Maldini ricorderà che Sacchi fu difeso da Berlusconi, quando i tifosi chiedevano il suo esonero. Poi dovrà poi essere un garante dello stile Milan, ricordando a Gazidis che il passato conta. Quindi occhio alla disciplina, perché Maldini va a Milanello da 35 anni ma non è mai arrivato in ritardo e quindi “non dovrà tollerare atteggiamenti sbagliati in allenamento o in campo, derubricando a “goliardata” altri gestacci tipo quello di Bakayoko e Kessie che a San Siro avevano sbandierato la maglia di Acerbi”. I risultati non dipenderanno più da lui, ma i risultati arriveranno se avrà la coerenza di seguire una linea.