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Che fine ha fatto Bucci: cuore Toro anti Juve con record a Napoli

L'ex portiere del Parma ricorda: "Senza Buffon la mia carriera sarebbe stata diversa"

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Ci sono giocatori che incarnano il ruolo solitario del portiere come una missione. Tra i grandi interpreti “nomadi” di questo ruolo c’è sicuramente Luca Bucci girovago dei guantoni capace nella sua carriera di aver difeso numerose porte, Parma e Torino su tutte, sfiorando da non protagonista una Coppa del Mondo e incarnando spesso, da buon cuore granata, il ruolo di anti-Juve per eccellenza sublimato nella frase “meglio poveri e onesti che juventini”.

Luca Bucci è nato a Bologna il 13 marzo 1969. Dopo le giovanili nel Parma va a farsi le ossa tra serie B e C con la Pro Patria e il Rimini. Nella stagione 1990-1991 è titolare alla Casertana (sempre in C), dove conquista la promozione in B. Un’altra promozione l’anno dopo alla Reggiana, stavolta dalla B alla A. Finalmente nell’estate 1993 torna al Parma per esserne il portiere titolare.

Il Parma di Nevio Scala è la squadra rivelazione di quegli anni in serie A con gente come Zola, Benarrivo, Minotti, Apolloni, Asprilla, Sensini, Fernando Couto e così via. Gli emiliani, reduci dalla vittoria della Coppa delle Coppe, vincono subito la Supercoppa Europea ai danni del Milan ma Bucci è in panchina dietro Ballotta. Da titolare invece contenderà lo scudetto alla Juventus nel 94-95 stagione in cui arriverà, sempre da titolare, la vittoria in Coppa Uefa nella doppia finale sempre contro la Juve di Lippi.

Nel 96-97 succede qualcosa, o meglio arriva qualcuno che cambia la carriera di Bucci. Si chiama Gianluigi Buffon, predestinato, appena diciottenne, mandato in campo contro il Milan e da lì in poi titolarissimo dei gialloblu. Bucci è costretto a fare le valigie per giocare: va prima a Perugia, poi torna a Parma a zero presenze fino a Natale. “A volte mi chiedo cosa sarebbe successo alla mia carriera se non avessi trovato Buffon sulla mia strada” dirà spesso a fine carriera.

La sua nuova casa, la sua nuova missione, sarà Torino e il Toro in serie B. Saranno 5 stagioni difficili per i granata che fanno sali e scendi tra serie A e serie B. Bucci al pari di altri compagni di quegli anni incarnerà lo spirito granata diventando uno degli idoli della curva Fiesole. Nel 2003 lascia la Mole per l’Empoli dove gioca solo il girone di andata prima di fare il suo ritorno a Parma. Non parte titolare in nessuno delle 5 stagioni della sua terza, di fatto, esperienza ducale, ma riesce sempre a ritagliarsi i suoi spazi giocando spesso e volentieri. La sua carriera si chiude nel 2009 a Napoli dove gioca la sua unica e ultima presenza in maglia azzurra. Con questa presenza è il giocatore più anziano a disputare una gara in Serie A con la maglia del Napoli a 40 anni, 1 mese, 6 giorni.

Le buone prestazioni con la maglia nel Parma negli anni ’90 hanno portato Bucci nel giro della Nazionale. Anche se sempre con un ruolo da riserva. Nel ’94 ai Mondiali negli Stati Uniti, Sacchi lo sceglie come terzo portiere. Con gli azzurri sfiorerà la Coppa del Mondo persa ai rigori nella maledetta finale di Pasadena contro il Brasile. La sua grande occasione ce l’ha nelle qualificazioni agli Europei del ’96. Con il titolare Peruzzi infortunato, Bucci gioca da numero 1 la gara contro la Croazia ma dopo appena 9 minuti si fa espellere sorpreso da un rimbalzo fuori area e toccando la palla con la mano: “Per me quell’espulsione è dolorosa. Era la mia opportunità di fare bene in Azzurro dopo tanta panchina, invece andò male. C’è la sensazione di non aver saputo sfruttare al meglio l’opportunità. Ed è difficile da digerire” dirà a Toronews.

Non sarà di certo l’unico errore della carriera di Bucci che forse è stato frenato da qualche incertezza di troppo nei momenti migliori della sua carriera. Da buon vecchio cuore granata in anni di dominio assoluto della Juve nei derby sotto la Mole, tra mille proteste arbitrali, viene ricordato per quel suo aneddoto col figlio: “La Juve in quegli anni vinceva tanto e un giorno mio figlio tornò a casa e mi chiese: ‘Papà, perché non cambi squadra? Perché non vai alla Juve?’. Cercando di consolarlo, gli risposi: “Meglio onesti e perdenti, che disonesti e vincenti”.

Appesi i guanti al chiodo Bucci è rimasto nel mondo del calcio. Nel 2011 infatti è diventato preparatore dei portieri per la sua ex squadra Parma dove di fatti torna per la quarta volta in carriera, nello staff tecnico dell’allenatore Franco Colomba mentre dal 2015 approda con lo stesso ruolo nel Bologna. nello staff di ben tre allenatori: Donadoni, Filippo Inzaghi e tutt’ora con Sinisa Mihajlović.

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