In tanti hanno lasciato un segno nel mondo del calcio pur senza vincere tantissimo. Uno di questi è Giovanni Cervone. Ex portiere della Roma che è sicuramente un’istituzione nella Capitale nonostante durante la sua carriera abbia ricevuto più di qualche critica ma abbia sempre onorato alla grande la maglia n°1 giallorossa. Ma che fine ha fatto e cosa fa oggi Giovanni Cervone?
Giovanni Cervone è nato a Brusciano, nel napoletano, il 16 novembre 1962. Comincia nelle giovanili della Juve Stabia dove esordisce in prima squadra nel 79/80. Tre stagioni, giovanissimo, in panchina nell’Avellino, dove però assaggia la Serie A, quindi la prima grande occasione, a Catanzaro in serie B nell’’83/84. Nonostante la retrocessione si guadagna la chiamata al Genoa dove sarà titolare per altre tre stagioni in cadetteria. Ancora un anno in serie B, nel Parma di un giovane allenatore boemo, Zeman, nell’87-88. L’anno dopo arriva la chiamata dalla Serie A, è l’Hellas Verona che gli offre la maglia numero 1. Cervone si distingue bene nella squadra di Bagnoli che conquista una comoda salvezza. La Roma mette gli occhi su di lui.
Nel 1989 Cervone viene acquistato dalla Roma per raccogliere l’eredità di Franco Tancredi, lo storico portiere del secondo scudetto e della finale di coppa Campioni persa all’Olimpico col Liverpool. Nell’anno dei Mondiali Cervone gioca il suo primo campionato al Flaminio da titolare, ma sul più bello, all’inizio del girone di ritorno subisce un grave infortunio al ginocchio. Che resta il suo più grande rimpianto come ha raccontato in un’intervista: “mi sono rotto i legamenti, nel pieno della carriera. Sono stato fermo un anno: allora i tempi di recupero erano diversi. Forse poteva cambiare davvero qualcosa senza quell’infortunio”.
Al rientro nei primi anni ’90 Cervone fa fatica a ritrovare stabilmente il posto da titolare. Gioca e non gioca, un po’ a causa dei postumi dell’operazione un po’ per il suo temperamento, insomma uno che non le mandava mai a dire. Da Bianchi Ottavio a Bianchi Carlos passando per Carletto Mazzone, Cervone nell’epoca della numerazione classica si infilava e sfilava la maglia da numero 1.
Su Youtube è ancora presente un video dal titolo “Lo sfogo di Cervone” datato ’92 in cui il portiere parla chiaramente: “Se sto fuori è perché sono infortunato, io la panchina non la faccio, non l’ho fatta a inizio carriera e non la farò adesso. Non esiste solo la Roma…”. A proposito di Mazzone a metà anni ’90 la situazione non cambia: «La società mi mise fuori rosa – ha racconta Cervone a IlPosticipo – Fu lui a dirmi di non mollare. E dopo un po’ mi ripresi il posto da titolare. Poi avemmo un diverbio io e lui, e stavolta fu Mazzone stesso a mettermi di nuovo fuori rosa! Più avanti la cosa fu risolta e di lì in avanti andò tutto per il meglio».
Un solo trofeo vinto e qualche rimpianto. Nel 1991, sotto la guida di Ottavio Bianchi, la Roma di Cervone disputa la doppia finale di Coppa UEFA contro l’Inter perdendola. “La parata che non ho fatto e vorrei fare tornando indietro? Quel rigore di Mattheus all’andata che ci costò la Coppa” ha detto. Ma Cervone e la Roma si consolano vincendo la Coppa Italia contro la Sampdoria, anche se poi sfuma la Supercoppa italiana. Due anni dopo, invece, Cervone perderà in contumacia perché squalificato, un’altra finale di Coppa Italia contro il Torino, per via dell’espulsione rimediata nell’incontro di semifinale contro il Milan.
Chiusa la sua lunga esperienza alla Roma, Cervone va al Brescia dove gioca altre due stagioni sempre in serie A per poi chiudere la carriera al Ravenna nel 1999-2000.
Cervone e la Nazione, un amore mai nato e quel “no” al regalo di Sacchi. Fortissimo tra i pali, un pò meno in uscita, Cervone è comunque stato uno dei migliori portieri della sua generazione capace di fare la differenza nelle giornate di grazie. I tifosi giallorossi e non solo gli hanno sempre imputato qualche problema di concentrazione che lo portava ogni tanto a commettere gravi errori che pagava puntualmente. Altro cruccio per Cervone sarà la maglia azzurra. In prima fila per un ruolo da terzo portiere a Italia ’90 dice addio al Mondiale pe l’infortunio al ginocchio. Poi Sacchi decide di puntare sui giovani ma c’è un retroscena che ha svelato lo stesso Cervone. A domanda precisa, l’allora ct azzurro aprì le porte ad una convocazione “omaggio” alla carriera, un “regalo”. Col suo caratterino Cervone rispedì al mittente l’idea con un secco: “Non ho bisogno di regali”.
Oggi Giovanni Cervone è rimasto nel mondo del calcio ma lontano dai riflettori e dalle grandi squadre. Ha fatto il preparatore dei portieri all’Avellino poi a Gallipoli nel 2008/2009 al fianco di Giuseppe Giannini, suo ex compagno e capitano alla Roma. Con il “principe” i rapporti non sono dei migliori, come racconterà in alcune interviste di allora. Negli ultimi anni Cervone ha lavorato, sempre per la preparazione dei portieri, per l’Unicusano Fondi. Dalla scorsa estate ha fatto il suo grande ritorno all’As Roma entrando nello staff tecnico e dirigenziale della squadra di calcio a 8. Lo si vede, sente e legge spesso a Roma tra le varie trasmissioni televisive, radiofoniche e siti dedicati al calcio giallorosso.