Gli italiani lo conobbero quando ai Mondiali in Francia nel ’98 segnò una doppietta contro l’Italia con la maglia del Cile ma di Marcelo Salas si era già accorto da tempo Sergio Cragnotti. Il presidente della Lazio aveva bruciato tutta la nutrita concorrenza per quell’attaccante dal viso da indio, investendo 33 miliardi di lire nel gennaio del 1998, sei mesi prima del Mondiale nel quale realizza 4 gol. Il trasferimento si concretizza solo a settembre, appena in tempo per vincere la Supercoppa Italiana contro la Juventus. Josè Marcelo Salas Milenao nasce a Temuco, ultimo avamposto della cultura Mapuche, nel 1974. Durante la sua militanza nella piccola società del Santos Temuco partecipa, nonostante il divieto impostogli dai genitori, ad un torneo organizzato dalle tre sorelle del calcio cileno (Universidad de Chile, Colo-Colo e Universidad Catolica) e, nonostante il gran numero di partecipanti viene scelto dall’Universidad de Chile, maglia con la quale esordisce pochi giorni dopo realizzando una doppietta.
L’INFANZIA – Lui ricorda: “Come tutti i ragazzi sudamericani, vivevo di pane e calcio. Mia madre doveva venirmi a cercare per riportarmi a casa, altrimenti potevo rimanere attaccato al pallone per tutto il giorno. La mia prima squadra è stata quella del quartiere, il Santos. Dopo un po’ di tempo, ebbi la possibilità di entrare nella rosa del Deportivo Temuco. Così, mi trovavo a giocare il mercoledì e la domenica con due squadre diverse. Poi, sono passato all’Univesidad de Chile; ricordo ancora l’esordio: 13 aprile 1993. Ma la partita più bella è stato il derby contro il Colo Colo, vinta per 4-1 con tre mie reti”. Da lì il volo verso la gloria, prima al River Plate e poi in biancoceleste. La prima stagione romana si conclude con 19 gol in 36 presenze e il trionfo in Coppa delle Coppe contro il Mallorca. La stagione 1999-2000 inizia con la vittoria della Supercoppa Europea contro il Manchester United con il gol decisivo proprio di Salas e finisce con la vittoria dello Scudetto e della Coppa Italia da assoluto protagonista. Al termine della stagione 2000/2001 la Juventus bussa alle porte dei biancocelesti che, costretti dalle difficoltà finanziarie, decidono di cedere il Matador per 25 miliardi più il cartellino di Kovacevic. Salas lascia la Lazio dopo 48 gol in 117 partite. In bianconero ci si aspetta l’esplosione definitiva ma Salas resterà il fiore che la Juve non colse.
QUEL RIGORE NEL DERBY – Per colpa di nessuno. Prima il brutto infortunio, la rottura del crociato che ne condiziona tutta la stagione. Poi la concorrenza l’anno successivo. I tifosi bianconeri non lo dimenticheranno mai per quel rigore nel derby col Torino del 28 novembre 2014. Juve e Toro sono sul 3-3 dopo una gara rocambolesca quando viene fischiato in penalty ai bianconeri. Il granata Maspero, senza farsi vedere, scava una piccola buca sul dischetto. Salas va a tirare, incurante dello “scherzetto” del torinista. Il cileno calcia fortissimo e la sfera vola altissima sulla traversa di Bucci. Dopo appena un gol in 11 presenze e l’ennesimo Scudetto vinto decide di fare ritorno in Argentina.
Il River Plate riesce ad accaparrarselo in prestito per due anni, ma il fisico di Salas non è più integro come dieci anni prima. Nell’estate del 2005 rescinde il proprio contratto con la Juve e torna in patria con la squadra che lo aveva lanciato nel grande calcio: l’Universidad de Chile. Durante la sua permanenza a Santiago decide di iscriversi al corso Sport Management e Marketing per coltivare la sua passione per l’economia. Nel 2008, all’età di 34 anni decide di dire addio al calcio giocato. Dopo l’attività agonistica Salas decide di far fruttare il suo unico investimento fatto da giocatore e inzia a coltivare mirtilli in un appezzamento di terreno acquistato nel 1998. L’azienda agricola in 6 anni arriva a produrre fino a 600 mila chili di mirtilli all’anno esportati in Asia ed Europa. Salas non ha dimenticato la sua terra e le sue origini ed ha acquistato anche il club del Temuco, dove oltre a promuovere l’attività sportiva cerca di aiutare i bambini offrendo un servizio assistenziale completo e continuato.