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Chi è Aurelie Tourte, l'arbitra che ha deciso Sinner-Tsitsipas. E perché non c'è l'occhio di falco a Montecarlo

La sconfitta di Jannik Sinner in semifinale contro Tsitsipas a Montecarlo genera il dibattito sulla svista arbitrale e sull'assenza dell'occhio di falco. Ecco perché manca la tecnologia e chi è la giudice del match

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Il primo appuntamento stagionale su terra battuta per Jannik Sinner si è concluso anzitempo nella semifinale dell’ATP di Montecarlo, perdendo contro Stefanos Tsitsipas. Una partita che per l’altoatesino è andata deragliando sui binari della svista della giudice di sedia, Aurélie Tourte, e culminata pure con degli acciacchi per il tennista numero 2 al mondo. Ma ciò che sta destando più discussioni e polemiche sono stati proprio gli errori arbitrali, tali da pregiudicare il match di Sinner.

Sinner-Tsitsipas, gli errori arbitrali del match di Montecarlo

La vicenda è ormai nota: siamo nel terzo set, col punteggio parziale di 15-15, e Tsitsipas protesta contro la giudice per un punto assegnato all’avversario a seguito di un suo dritto chiamato fuori ma stabilito come dentro dall’arbitra, con sommo disappunto del tennista greco. Non certo una scenata come quella recente di Rune, ma comunque il numero 11 ATP ha avuto le sue ragioni per protestare.

Tuttavia il peggio doveva ancora venire, e questa volta per Sinner. Tsitsipas sulla seconda centrale di servizio, che finisce lunga. Non c’è nessuna chiamata, e alla fine viene assegnato il punto al greco. Tocca al numero 2 al mondo protestare, comunque con toni pacati e senza trascendere. Morale: senza la svista sarebbe stato 4-1 per l’altoatesino, ed invece la situazione si è stabilita sul 3-1. A Sinner sarebbero mancati due game per arrivare alla vittoria del set (per la cronaca, la partita si è chiusa con un punteggio di 6-4 3-6 6-4 a favore del greco).

Perché non c’è la tecnologia dell’occhio di falco a Montecarlo e sulla terra battuta?

Il fattaccio si sarebbe potuto evitare se ci fosse stata la tecnologia dell’occhio di falco a Montecarlo, che avrebbe consentito di poter chiamare l’out. Per capirci, si tratta del sistema che consente di dipanare i dubbi su una chiamata di linea: la telecamera dell’Hawk-Eye analizza i vari filmati registrati dalle telecamere (solitamente una decina intorno al campo) in modo da ricostruire l’esatta traiettoria della palla e il punto di rimbalzo rispetto alle linee, visibile poi su schermo sia ai giocatori che all’arbitro (il margine di errore va dai 2 ai 3 mm).

Ma questa tecnologia, comune nei campi su cemento ed erba, è meno applicata sulla terra battuta, sia che si tratti di slam come il Roland Garros (dove è appunto assente) che in tornei come quello di Montecarlo, dove ci si affida tutt’oggi ai segni che lasciano le palle. Appunto questo motivo in prima battuta (sic) spiega perché l’occhio di falco non viene utilizzato sulla terra rossa, basandosi invece sull’occhio umano dei giudici. Ritenuto perciò affidabile. L’altro problema che impedisce un uso capillare della tecnologia sui campi in terra battuta è la natura stessa della superficie, soggetta a segni di ogni tipo: per evitare dubbi o “prove inquinate” andrebbe ricalibrato il terreno di gioco con una frequenza intollerabile per lo svolgimento della partita.

Certo, nel 2021 al Masters 1000 Madrid l’azienda degli occhi di falco FoxxTenn aveva introdotto una tecnologia che poteva analizzare in maniera precisa la traiettoria della pallina senza equivoci. Eppure siamo tutt’oggi all’anno zero con la terra battuta, come ha dimostrato il caso di Sinner o quello della crisi di nervi di Medvedev nello stesso torneo di Montecarlo.

Chi è l’arbitra Aurelie Tourte

Tornando quindi al match dell’altoatesino, c’è stata una certa responsabilità da parte dell’arbitraggio nell’inficiare negativamente la partita. Ma chi è la giudice Aurélie Tourte? La 38enne francese è un’arbitra di sedia molto apprezzato globalmente. Già infermiera, occupa la mansione sui campi da gioco da circa cinque anni, dopo una carriera da giocatrice di tennis prima e giudice poi, ottenendo nel 2017 l’autorizzazione per dirigere le partite al livello più alto (il golden badge), onore ed onere che nel circuito professionistico ricoprono ad oggi 34 arbitri (di cui 13 sono donne).

Unica donna ad essere impiegata a tempo pieno nel circuito maschile, ha arbitrato tornei come il Roland Garros e le ATP Finals di Torino. Nel 2020 squalificò Novak Djokovic per un “ball abuse”, ovvero il lancio della palla non in gioco contro una giudice di linea. Nonostante il serbo non avesse visto dove stesse andando la pallina, Tourte ha comunque ravvisato la negligenza dell’atto, giustamente sanzionandolo.

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