Paolo Giacomelli è un arbitro che ama lasciar correre il gioco e che solitamente gestisce la gara senza estrarre molti cartellini: a volte, però, queste sue caratteristiche hanno influito negativamente sulle sue prestazioni, generando anche molte polemiche.
Arbitro e ristoratore – Nato il 6 novembre 1977 a Trieste, Paolo Giacomelli si divide tra il calcio e il lavoro di ristoratore. Arbitro dall’età di 15 anni, svolge una lunga gavetta prima di debuttare tra i professionisti, nel Can C, nel 2007. Dopo tre anni la promozione in serie B, mentre il 3 aprile 2011 avviene il suo debutto in serie A con la direzione di Genoa-Cagliari (0-1): Criscito, Palacio, Agostini e il compianto Astori i primi ammoniti di Giacomelli nella massima serie. Nel luglio 2012 arriva l’ufficialità della promozione nel Can A: il 30 settembre, in Bologna-Catania 4-0 la prima espulsione, con il cartellino rosso sventolato sotto il naso del difensore etneo Ciro Capuano.
Errore celebre – Giacomelli finì nell’occhio del ciclone qualche anno fa per l’arbitraggio di Lazio-Torino, disputata l’11 dicembre 2017. In quell’occasione, sul punteggio di 0-0, Giacomelli giudica regolare un tocco di mano del granata Iago Falque nella propria area di rigore: un errore netto – il fischietto è in ottima posizione – che non viene corretto neanche dal Var Di Bello. Pochi attimi dopo, il laziale Immobile reagisce ad una provocazione di Burdisso e lo colpisce con una spallata: Giacomelli, troppo flemmatico nel tentare di calmare gli animi dei giocatori, risolve la questione espellendo il solo Immobile. Una scelta errata – Burdisso continua a giocare senza essere neanche ammonito – che condizionerà la partita, vinta per 3-1 dal Toro.
Proteste e inchiesta – Nei giorni seguenti, la stampa e i tifosi biancocelesti attaccano Giacomelli: alcuni supporter della Lazio arrivano addirittura a inventare recensioni negative sulla pagina Tripadvisor del locale gestito allora dall’arbitro. Ma a fare notizia è una foto che campeggia sul profilo Facebook di Giacomelli (che usava lo pseudonimo di Jack O’Melly), in cui l’arbitro osserva Francesco Totti mentre batte un tiro di rigore. L’immagine alimenta le polemiche da parte dei tifosi biancocelesti: alcuni annunciano addirittura una class action per danni morali. Anche la Procura Federale apre un’inchiesta, perché agli arbitri non è concesso aprire profili sui social network. Ma Giacomelli superò tutto.