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Chi è Mancini, il ct che vuole riportare l’Italia in alto

Il 2021 sarà l’anno insolito degli Europei e gli azzurri cercano di rientrare nell’elite del calcio

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Un’onta da cancellare. Il compito di Roberto Mancini quando ha avuto in mano le redini della nazionale italiana era pressapoco questo. Cancellare la delusione della mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali del 2018, un appuntamento mancato che ha rimesso in discussione tutto il calcio italiano che si è rivolto a Mancini per riuscire a risollevare un calcio italiano in crisi e ora punta su di lui per i prossimi Europei, quelli posticipati di un anno causa Covid e che prenderanno il via la prossima estate. 

La storia di Roberto Mancini

La scelta è ricaduta su Roberto Mancini, grandissimo calciatore con la maglia della Sampdoria prima e della Lazio poi, che proprio da giocatore non ha mai avuto uno straordinario rapporto con la nazionale italiana. Genio e ribelle, indisciplinato, poco adatto a un gruppo in cui tutti dovevano metterei a disposizione e nessuno poteva essere al di sopra. Fa strano però pensare come Mancini sia un allenatore completamente diverso da quello che era da calciatore, avviene nel mondo del pallone in maniera decisamente sorprendente. 

Fumantino e sempre pronto ad attaccar briga come dimostra un episodio avvenuto il 5 novembre del 1995 nel corso di un Sampdoria-Inter. L’arbitro Nicchi (ora presidente dell’Aia) lo ammonisce per simulazione, Mancini non la prende proprio benissimo, fa 70 metri di campo per rincorrerlo e nel frattempo aizza i pubblico e il presidente Mantovani jr seduto in tribuna. Per calmarlo dovette arrivare il compagno di squadra Gianluca Pagliuca (altro dal carattere irascibile, ndr), che dovette calmare sostenendo di temere “una squalifica a vita”. Alla fine le giornate di squalifica furono 5. 

L’artista del tacco

Ma il temperamento “caldo” del Mancio non è l’unica cosa per cui viene ricordato il giocatore. Prima ancora che le sue gesta da allenatore, nella mente di tutti c’è un gol che è diventato un’icona, il colpo di tacco sublime e folle realizzato il 17 gennaio del 1999 e neanche in una partita qualsiasi visto che quella contro il Parma era una sfida di vertice. Calcio d’angolo battuto da Mihajlovic, Mancini si muove come se già conoscesse il finale e con straordinaria eleganza lascia partire un colpo di tacco perfetto che batte Gigi Buffon. 

La carriera da allenatore

Messi a posto gli scarpini, Roberto Mancini ha cominciato la sua carriera da allenatore come vice alla Lazio, per poi assumere il suo primo ruolo da “capo” nel 2001 con la Fiorentina dove conquista la Coppa Italia. Nel 2002 torna alla Lazio e torna a vincere il trofeo nazionale nel 2004. Poi il passaggio all’Inter (dove arriva la terza Coppa Italia) ma anche tre scudetti. Inizia la carriera da giramondo in Inghilterra al Manchester City dove conquista anche la vittoria in Premier. Poi vola in Turchia con il Galatasaray prima di rientrare per due stagioni all’Inter. Ed infine chiude, almeno per il momento, la sua carriera nei club allo Zenit San Pietroburgo prima di venire scelto come commissario tecnico. 

Un cammino il suo sempre contraddistinto da una grandissima compostezza, e il Mancio si è anche ritrovato in situazioni piuttosto complicate da gestire ma a differenza del Roberto allenatore, il Mancini allenatore è uno di quelli che riesce sempre a tenere la calma anche nei momenti di difficoltà. E deve essere stato questo che lo ha aiutato nella gestione, soprattutto dei primi mesi, della nazionale italiana. Una squadra in grande difficoltà che il tecnico ha riportato già sulla mappa delle grandi d’Europa. 

Chi è Mancini, il ct che vuole riportare l’Italia in alto Fonte: Archivio sfs20

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