Remco Evenepoel non si batte, ma il podio della cronometro di Zurigo che ha aperto il campionato del mondo è comunque a fortissime tinte azzurre. Con Filippo Ganna che dimostra una volta di più di un essere un fuoriclasse, l’unico realmente in grado di impensierire il favoloso belga. Sul podio però ci finisce anche Edoardo Affini, che grazie a un meraviglioso tratto finale riesce a tenere dietro Tarling, Vine (caduto in discesa) e Kung, conquistando una medaglia di bronzo che vale quanto una vittoria.
Per l’Italia, insomma, un avvio certamente positivo, con Ganna che si prende l’ennesimo argento alle spalle di Evenepoel, ma che può decisamente sorridere pensando ai problemi avuti dopo le fatiche olimpiche. E invero c’è spazio anche per un po’ di rimpianto: alla fine Remco l’ha battuto per appena 6 secondi, lasciandone parecchi nella parte finale.
- Ganna, solo applausi: Remco se l'è vista brutta...
- Affini splendido bronzo. E ora la cronostaffetta mista
- Tiberi vince il Giro del Lussemburgo
Ganna, solo applausi: Remco se l’è vista brutta…
Alla fine, paradossalmente, il sapore di un’impresa sportiva mai realizzata prima (due italiani sul podio in una crono mondiale è un unicum assoluto) si mischia a un pizzico di amarezza per quei 6 secondi e 43 centesimi che hanno diviso Pippo dal gradino più alto del podio. Anche se forse il piemontese ha poco da rimproverarsi: il tratto che ha fatto la differenza, però, non è stata la temuta salita posta al centro della prova, quanto soprattutto la parte in discesa, dove Evenepoel è riuscito a rosicchiare una decina di secondi che alla fine si sono rivelati decisivi. Ne ha persi addirittura 13 nel tratto conclusivo, nuovamente pianeggiante, quello (teoricamente) a lui congeniale: “Ero stanchissimo, davvero ho spinto a tutta, ma sentivo di non averne più”, ha ammesso candidamente Remco a fine gara.
Ganna però ha fatto qualcosa di eccezionale: al mondiale nemmeno doveva andare, uscito davvero fiaccato dalla preparazione olimpica, eppure in tre sole settimane ha saputo ricostruire una condizione degna di un appuntamento tanto importante, chiudendo davvero vicinissimo al rivale storico.
Affini splendido bronzo. E ora la cronostaffetta mista
Affini invece ha fatto la gara della vita: dopo l’oro ai campionati europei del Limburgo, il corridore della Visma Lease a Bike ha dimostrato di essere ormai uno dei migliori cronoman al mondo, riuscendo proprio come Ganna a fare la differenza nel tratto finale, utile per tenersi dietro tutti gli altri pretendenti al podio.
Per l’Italia sono segnali molto incoraggianti anche in vista della staffetta mista, dove quella azzurra sarà certamente la nazionale da battere (con Ganna e Affini ci sarà anche Cattaneo). Nella top ten di giornata, dietro a Evenepoel, Ganna e Affini, hanno chiuso Tarling (ma a 1’18”), Vine, Asgreen, Foss, Kung, Campenaerts e McNulty, con Primoz Roglic che ha faticato a trovare il passo giusto, fuori dai migliori 10 di giornata.
In campo femminile, l’australiana Grace Brown ha fatto come Remco, bissando cioè il trionfo olimpico di qualche settimana fa. Sul podio anche l’olandese Vollering e l’americana Dygert. Italiane (come da pronostico) lontane: 19esima Vittoria Guazzini, 40esima Gaia Masetti.
Tiberi vince il Giro del Lussemburgo
La domenica dell’Italia del pedale s’era aperta peraltro con un’altra bella notizia: Antonio Tiberi ha conquistato la vittoria finale nel Giro del Lussemburgo, scaltro nel trovare l’allungo decisivo nell’ultima frazione, vinta da David Gaudu. Tiberi ha sfruttato l’eccessivo attendismo dei migliori, con van der Poel che ha marcato stretto Vansevenant, Ayuso e Hirschi, e poi nel finale quel Gaudu al quale non è bastata la vittoria di tappa per conquistare anche la classifica generale.
Per Tiberi, quinto al Giro d’Italia e sfortunato alla Vuelta (costretto al ritiro per un colpo di calore quando era perfettamente in lotta per la top 5), una bella soddisfazione, oltre che una grande iniezione di fiducia in vista della prova mondiale in linea di domenica prossima, quando assieme a Giulio Ciccone sarà il capitano della nazionale azzurra su un percorso molto esigente, adatto a passisti scalatori come Tiberi.