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Ciclismo Europei 2023: Laporte "euro" numero a Drenthe! Ganna, maledetta sfortuna!

Christophe Laporte vince gli europei di ciclismo: il francese anticipa il gruppetto dei migliori all’inizio dell’ultimo giro, lanciandosi in una fuga solitaria di 13 chilometri, coronata con un favoloso colpo di reni

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Svetta il tricolore nel cielo di Drenthe, ma sfortunatamente per i colori italiani non è quello desiderato. Perché è la Francia a conquistare il titolo europeo di ciclismo del 2023: lo fa con uno straordinario Christophe Laporte, che anticipa il gruppetto dei migliori all’inizio dell’ultimo giro di corsa lanciandosi in una fuga solitaria di 13 chilometri, coronata grazie a un favoloso colpo di reni quando ormai lo squalo (leggi van Aert) era in agguato e pronto a mangiarselo in un sol boccone.

E invece il compagno di squadra, rivale per un giorno, alla fine s’è dovuto accontentare della “solita” piazza d’onore: a 20 metri dal traguardo la rimonta pareva cosa fatta, e invece Laporte ha saputo resistere al tentativo di sorpasso del belga, sfruttando a meraviglia la parte interna dell’ultima curva e dando un ultimo colpo di pedale per garantirsi una bicicletta di vantaggio.

La bellezza dell’assolo di Laporte

Sarebbe stata una beffa atroce per il francese veder festeggiare qualcun altro, specie pensando alla bellezza dell’assolo che ha mandato a referto: un’azione da finisseur puro, perfetta per anticipare le ruote veloci e per sfruttare le proprie doti di corridore col pedigree da classica.

Van Aert alla fine s’è dovuto accontentare del secondo posto, l’olandese Olaf Kooij del terzo. Segni particolari? Tutti e tre corrono con la Jumbo Visma. Giusto per ribadire l’estensione totale del dominio della formazione giallonera…

Il forcing di Trentin per Filippo

Laporte ha vinto un Europeo bello frizzante, che a due giri dal termine lasciava presagire tutt’altro epilogo per i colori italiani.

Proprio la nazionale di Bennati era stata la prima ad animare la corsa nei 30 chilometri finali: un bel forcing di Trentin aveva permesso a Filippo Ganna di provare a dare una bella sgasata sul terzultimo passaggio sul Col du Vam, la rampa di 400 metri (da ripetere due volte) che si sapeva avrebbe deciso buona parte degli sviluppi finali della corsa.

Sfortuna Ganna, tirato giù da Heiduk

L’Italia stava gestendo ottimamente le operazioni nel gruppetto di testa quando però ai -25 dall’arrivo una sbandata del tedesco Heiduk ha finito per tirar giù altri 4 corridori, tra cui lo sfortunatissimo Ganna, che peraltro era già caduto un’altra volta nella prima parte della corsa.

Il piemontese ha impiegato una trentina di secondi per ripartire, apparentemente senza conseguenze fisiche, ma a quel punto la corsa era ormai andata, con il gruppo dei migliori (senza italiani) che ha cominciato ad aumentare l’andatura, impedendo qualsiasi rientro dalle retrovie.

Ultimo giro: lo scatto di Christophe

E proprio all’inizio dell’ultimo giro, appena dopo la campanella, Laporte ha pensato bene di lanciarsi all’avventura, ben sapendo che un arrivo a ranghi compatti (benché ristretti) non lo avrebbe mai potuto vedere uscire vincitore.

Il gruppo di testa sulle prime l’ha lasciato fare, col Belgio che ha controllato le operazioni puntando tutto sulle rampe dell’ultimo chilometro, con De Lie che s’è speso per Van Aert portandosi appresso anche Kooij.

Porta chiusa a Van Aert

Ai -500 ha ceduto Mads Pedersen, altro grande favorito di giornata, ma quando Laporte pareva ormai destinato a soccombere alla perfetta strategia dei belgi, bravi a recuperare i 10 secondi di ritardo che accusavano ai 1000 metri dal traguardo, il francese ha trovato risorse inaspettate.

In simultanea è riuscito a chiudere la porta a Van Aert per poi dare un’ultima drenata e festeggiare a braccia alzate.

Wout il primo ad applaudire

Laporte, classe 1992, aveva già vinto due corse nel 2023: oltre alla Gand Wevelgem, quando arrivò in parata proprio con Van Aert (i due sono grandi amici: Wout è stato il primo a complimentarsi con Christophe dopo aver tagliato il traguardo, quasi contento per il gran numero che aveva portato a termine, al di là del rimpianto per non aver vinto lui la corsa), aveva conquistato anche il successo alla Doors Van Vlaanderen, la semiclassica che apre il mese “sacro” delle gare tra Belgio e Olanda a inizio primavera.

La rivincita francese

Per la Francia è una piccola rivincita pensando al secondo posto ottenuto all’Europeo 2022 da Arnaud Demare, battuto da Fabio Jacobsen, mentre in precedenza nelle 7 edizioni disputato della competizione continentale c’era stato soltanto un argento conquistato nel 2016 da Alaphilippe, dietro Peter Sagan.

Italia di squadra ma non è bastato

Quanto all’Italia, la sfortuna ha messo fuori gioco Ganna quando davvero il piemontese sembrava lanciato verso una volata con i migliori: il capitano azzurro era parso davvero bello pimpante e certamente avrebbe fatto parte del drappello che si sarebbe giocato la vittoria finale, obbligando i belgi anche ad avere un atteggiamento forse differente negli ultimi chilometri di corsa, conoscendo le sue qualità di sprinter provetto già mostrate alla Vuelta.

Resterà però soltanto una bella intenzione: ancora una volta l’Italia ha giocato bene e di squadra, ma la sfortuna s’è dimostrata più forte. Per la rivincita, appuntamento nel settembre 2024 a Limburgo, nelle Fiandre.

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