L’ultima maglia stagionale da assegnare ha le stelle cucite sul petto: è la più giovane del mucchio, perché in fondo il campionato europeo per i professionisti è una “conquista” recente, dal momento che è dal 2016 che è tornata a disputarsi la gara élite (prima correvano solo gli Under 23 e a scendere).
- Una conformazione particolare
- Tutto dice Van Aert
- Le altre nazionali
- Pippo Ganna, l’uomo che potrebbe far saltare il banco
Una conformazione particolare
Quest’anno però l’Europeo di Drenthe, in Olanda, assume una conformazione assai particolare: a conti fatti ha invertito le date con il mondiale, che si è disputato a inizio agosto in concomitanza con la super rassegna iridata che l’UCI ha stabilito di voler organizzare ogni quattro anni.
Insomma, ai più nostalgici la gara in programma domani, 199 chilometri con un circuito finale di 13 chilometri da ripetere 6 volte, e che nelle intenzioni dovrebbe servire per prendere le misure ai finisseur e cercare di evitare la volata. L’asperità che potrebbe far saltare il banco tra i velocisti e favorire un allungo da parte di corridori che amano lanciarsi all’avventura è il Col du Vam, 400 metri di lunghezza al 6% abbondante di pendenza media (breve, ma con strada stretta e alto rischio di perdere le ruote dei migliori), unico terreno per provare a fare la differenza ed evitare un arrivo a ranghi compatti.
Scenario che all’Italia di Daniele Bennati potrebbe piacere, oppure no: il capitano designato, cioè Filippo Ganna, ormai ha dimostrato di saperci fare anche negli sprint, e allora non c’è necessariamente bisogno di dover tentare di sgretolare i pretendenti con un’azione che vada ad anticipare il gruppo. Di sicuro, l’Europeo di Drenthe si presta a tanti possibili epiloghi, e non mancano pretendenti affamati desiderosi di vestire la maglia che nell’ultima stagione ha vestito Fabio Jakobsen, assente e quindi destinato ad essere destituito dal trono continentale.
Tutto dice Van Aert
Il nome del favorito sul quale tutti sono concordi, e non potrebbe essere altrimenti, è quello di Wout Van Aert. Che dopo la delusione mondiale di Glasgow è tornato al Tour of Britain a inizio settembre, prendendosi la vittoria finale e mandando un chiaro segnale alla concorrenza. Nel suo finale di stagione, oltre all’Europeo, c’è anche molta Italia tra Coppa Bernocchi, Gran Piemonte mondiale Gravel a Treviso, ma ha fatto storcere il naso a tanti l’assenza al Lombardia.
Di sicuro, a Drenthe tutti guarderanno il fuoriclasse belga, prendendolo come punto di riferimento, tenendo conto che il Belgio avrà anche Arnaud De Lie come carta alternativa (e che carta, vista la facilità con la quale s’è imposto qualche giorno fa nel GP del Quebec). Senza dimenticare che Van Aert a inizio settimana ha dovuto fare i conti un malanno di stagione che l’ha un po’ debilitato, seppur non dovrebbe aver lasciato strascichi.
L’antagonista principale non può che rispondere al nome di Mads Pedersen, che in gare di un giorno con questa conformazione da classiche sa sempre il fatto suo (chiedere a Trentin, beffato sul traguardo nel mondiale del 2018 nello Yorkshire). Forte in volata, sia compatta che ristretta, bravo anche quando c’è da provare ad andare in avanscoperta, il danese rappresenta ben più di una carta “sicura” da poter giocare, avendo un’intera squadra a sua completa disposizione.
Le altre nazionali
L’Olanda, orfana di Jacobsen e di van der Poel, proverà a testare le potenzialità del giovane Olav Kooij: velocista di qualità e prospettiva, reduce da un favoloso filotto di quattro vittorie al Tour of Britain (tanto che qualcuno s’è chiesto perché i Jumbo Visma non l’abbiano voluto schierare alla Vuelta, così avrebbero fatto veramente “cappotto” in tutti i sensi), il 22enne di Numansdorp sogna di conquistare un’altra vittoria pesante davanti alla propria gente, rendendo ancor più straordinario il 2023 dell’Olanda dopo il trionfo mondiale di MVDP.
La Francia giocherà le sue fiches su Christophe Laporte, con Arnaud Demare come carta jolly in caso di arrivo in volata. La Germania rispone le sue poche speranze in John Degenkolb, la Polonia nel sempreverde Michal Kwiatkowski.
Pippo Ganna, l’uomo che potrebbe far saltare il banco
E poi c’è lui, Pippo Ganna, l’uomo che potrebbe far saltare il banco in ogni condizione: alla Vuelta ha tentato tre volte di giocarsi la vittoria di tappa allo sprint, e per tre volte ha chiuso alla piazza d’onore. Ma con la condizione che si ritrova (ha pur sempre battuto Evenepoel e Roglic nell’unica crono presente in Spagna) e con la conformazione così particolare del percorso, non troppo esigente ma nemmeno piatta, ecco che le possibilità che Top Ganna possa arrivare a giocarsi la vittoria nel finale di giornata appaiono abbastanza elevate.
L’Italia farà corsa per lui, potendo giocare come carta alternativa quel Matteo Trentin che un Europeo l’ha già vinto (nel 2018), e che non chiederebbe di meglio che tornare a indossare la maglia blustellata. L’Italia schiererà anche Elia Viviani nelle vesti di regista, con Edoardo Affini, Mattia Cattaneo, Matteo Sobrero, Luca Mozzato e Andrea Pasqualon a completare gli 8 titolari. Diretta Tv a partire dalle 10 su RaiSport HD (poi si sposterà dopo le 14 su Rai 2) ed Eurosport.