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Volley, la denuncia di Asia Cogliandro: "Licenziata da Perugia appena hanno saputo che ero incinta". Cosa è successo

Asia Cogliandro, 29enne centrale, ha raccontato a La Stampa di essere stata scaricata da Perugia non appena il club ha saputo che era incinta. "Ho subito una violenza psicologica inaudita"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

L’accusa è diretta e pesante come poche altre: “Mi hanno licenziata perché hanno saputo che sono rimasta incinta”. Lo dice Asia Cogliandro, fino a un paio di mesi fa centrale della Bartoccini-MC Restauri Perugia, società nella quale era arrivata nell’estate del 2023 e dove aveva trovato da subito la sua dimensione. Un idillio che sembrerebbe essersi spezzato proprio in concomitanza con il momento in cui il club perugino avrebbe scoperto la sua gravidanza, di fatto decidendo di interrompere il rapporto ed evitare di confermarla per la terza stagione consecutiva.

La gravidanza (quasi) inattesa, la gioia e la paura

Asia, 29 anni, sa bene quanto le parole abbiano un peso nella vita delle persone, soprattutto in quelle di un’atleta. L’intervista rilasciata a La Stampa ha dunque impiegato poco a fare il giro del web, anche perché la giocatrice nata a Busto Arsizio non ha voluto girarci troppo intorno. “È successo tutto a gennaio, ha raccontato nella sua “confessione”.

“Sapevo perfettamente quale fosse il mio ruolo all’interno della squadra: non certo quello di titolare, perché eravamo 4 centrali e chiaramente non ci sarebbe stato spazio per tutte. Però sapevo perfettamente che avrei potuto garantire anche solo in allenamento un po’ di quella esperienza che serve per aiutare la squadra a crescere. E poi se c’è da cacciare fuori la voce e urlare per qualcosa che non fa non sono il tipo che si tira indietro”. Colleziona qualche presenza, segna un punto nella sfida con la Numia Milano del 2 novembre, tutto procede secondo le previsioni. “Esatto, perché sapevamo cosa dovevamo fare. Ma il 20 gennaio è cambiato tutto.

Il giorno in cui scopre di essere in dolce attesa.Vado nel panico. Con il mio compagno stavamo cercando da un po’ di avere figli e l’anno prima avevamo avuto un aborto. Ero in cura, non era una situazione facile da gestire, anche perché non è che c’avessero dato molte speranze in merito a una possibile gravidanza. Alla notizia della gravidanza da un lato ero felicissima, ma dall’altro sapevo di essere in una condizione di assoluta fragilità”.

La comunicazione che doveva restare segreta

Il problema a quel punto per Asia si presentava piuttosto complicato: mancavano ancora due mesi al termine della stagione regolare, ma in quelle condizioni andare avanti era impossibile. “Il giorno dopo racconto tutto alle mie compagne, mi alleno ma le vedo tutte molto preoccupate. Capisco che non posso tenere nascosta la cosa alla società: ne parlo col direttore sportivo (Remo Ambroglini) e lui mi abbraccia, lo vedo felice, capisce il mio stato d’animo.

Chiedo però riservatezza perché la gravidanza è assai delicata e soltanto agli inizi. Ma la mia richiesta cade nel vuoto: tutti vengono a conoscenza della cosa e le pressioni aumentano all’istante. E in quello stesso momento la società mi chiede di lasciare la casa e restituire le mensilità di affitto già corrisposte in anticipo”.

L’accordo mancato, la voglia di chiudere col volley

Le accuse di Cogliandro sono frontali e vanno anche nel dettaglio di un accordo tentato dalla società perugina, ma non raggiunto.Ballavano 12mila euro alla data di scadenza del contratto, una cifra che ritengo essere piuttosto ridicola. La violenza psicologica subita in quel periodo, però, è stata notevole: volevano che andassi in maternità subito, ma la maternità scatta soltanto due mesi prima della data presunta del parto. Ho cercato di battere più strade: “congelare” il contratto fino al mio rientro, propormi per un lavoro d’ufficio o come aiuto della parte social del club, ma non c’è stato modo di trovare un’intesa. Ho capito che l’unico intento del club era quello di sbarazzarsi di me”.

Asia però fa notare soprattutto la disparità di trattamento tra una giocatrice infortunata e una in dolce attesa: Se ti fai male ti pagano, se sei incinta vieni scaricata. È qualcosa di assurdo, ma questo passa il convento. Cosa farò adesso? Onestamente ho perso tutta la voglia nel credere nello sport che ho sempre amato. Provo disgusto per il mondo del volley e sinceramente penso proprio che me ne starò alla larga per un bel po’. Forse per sempre”.

Quella con Perugia, insomma, è stata una storia d’amore finita male. “Una grande storia d’amore, finita con una inconcepibile violenza psicologica di cui non capisco proprio il motivo. Grazie a Perugia io sono cresciuta sia dal punto di vista pallavolistico che mentale, non ho problemi a riconoscerlo. Con il presidente Antonio Bartoccini ci si sentiva tutti i giorni, ma evidentemente è bastato poco per far cambiare le cose”.

La nota del presidente Manfredi

Sul caso è intervenuto anche il presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi: “Ho letto questa mattina con amarezza la vicenda relativa ad Asia Cogliandro. Desidero esprimere ad Asia la mia piena solidarietà personale e quella di tutta la Federazione Italiana Pallavolo. La maternità non può mai essere vista come una colpa, né tantomeno come un ostacolo alla carriera di una sportiva. Proprio per questo, come Federazione qualche anno fa, abbiamo voluto dare un segnale concreto, istituendo “La maternità è di tutti”: un fondo dedicato alle atlete che diventeranno madri, in maniera da accompagnarle e sostenerle in un momento così importante della loro vita. Dall’attivazione del fondo abbiamo già sostenuto molte atlete che ne hanno fatto richiesta. Posso garantire che la FIPAV continuerà ad essere in prima linea su questo tema, oltre a vigilare affinché episodi di questo tipo non trovino spazio nel nostro movimento. Allo stesso tempo per correttezza, mi riservo di approfondire la vicenda con la società coinvolta, così da avere più elementi a disposizione.”

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