Doveva essere una tappa di sostanziale attesa prima dei Pirenei, s’è rivelata alla stregua di un’altra tappa per palati fini. Con un vincitore un po’ a sorpresa, ma neanche troppo: Jonas Abrahamsen è uno di quelli che a certi exploit ha abituato il pubblico del ciclismo che conta, anche se una vittoria al Tour è qualcosa che mai aveva fiutato in vita sua. L’ha ottenuta bruciando allo sprint il campione nazionale svizzero Mauro Schmid, che ha cercato di resistere in una volata lunga e serrata. Sul podio di giornata, però, ecco il vincitore “morale”, quel Matheiu van der Poel che nel finale ha sfiorato la rimonta con un numero dei suoi.
- Van der Poel eroico, ma non è bastato. Benino Van Aert
- Pogacar, che spavento: cade ma (apparentemente) senza conseguenze
- Arrivano i Pirenei: domani ad Hautacam subito scintille
Van der Poel eroico, ma non è bastato. Benino Van Aert
Fosse partito un po’ prima, probabilmente il neerlandese la coppia di testa l’avrebbe anche ripresa. C’è andato comunque vicinissimo, accorciando la forbice intorno ai 7-8 secondi ma quando ormai non c’era più lo spazio per insistere, e recuperandone una trentina in appena 7 chilometri, cioè dopo essere scattato sulla Cote de Pech David, un muro di 800 metri con pendenze medie del 12% (le prime rampe anche attorno al 20%).
Forse un attacco arrivato appena troppo in ritardo, ma che nulla toglie al coraggio di un van der Poel che una volta di più ha dimostrato di essere fuoriclasse in tutto e per tutto. E in avanscoperta oggi c’è andato anche Wout Van Aert, al quale però sono mancate le gambe per stare al passo col rivale di una vita sulla cote finale, apparso però in crescita e pronto a giocarsi le sue carte nelle frazioni che verranno, seppur al Tour il belga è andato per fare da gregario a Jonas Vingegaard.
Pogacar, che spavento: cade ma (apparentemente) senza conseguenze
Quest’ultimo un segnale a sua volta l’ha mandato: a 30 metri dalla fine della Cote de Pech David ha deciso di scattare in faccia a Pogacar ed Evenepoel, che pure non hanno avuto difficoltà ad andare a riprenderlo. In realtà Vingo potrebbe aver fatto quello che ha fatto da un lato per testare la gamba, dall’altro per prendere la discesa in prima posizione, evitando così rischi inutili e contatti con le ruote degli altri corridori.
Anche perché poco dopo proprio un contatto “balordo” tra Pogacar e Johannessen ha fatto letteralmente tremare il campione del mondo: lo sloveno è finito a terra, ha sbattuto sul fianco sinistro ma è subito saltato di nuovo in sella, aiutato poi dia compagni di squadra Narvaez e Adam Yates nel tentativo (riuscito) di rientrare nel gruppo dei migliori.
La sensazione però è che gli uomini di classifica, subito accortisi della caduta di Pogacar, abbiano preferito non insistere e anzi hanno quasi voluto attendere il rientro del rivale: mancavano 4 chilometri all’arrivo, dunque fuori dalla neutralizzazione, ma la prospettiva di guadagnare qualche secondo non sembra aver convinto nessuno a insistere. Alla fine Tadej ha chiuso in gruppo, ma sull’ammaccatura se ne saprà di più in serata.
Arrivano i Pirenei: domani ad Hautacam subito scintille
L’Italia ha fatto il tifo per Davide Ballerini, inseritosi nella fuga di giornata e giunto al traguardo in decima posizione, pagando dazio alla fatica sulla cote finale. Tutto invariato nelle posizioni alte della generale, ma da domani si comincia davvero a fare sul serio con la prima tappa pirenaica dell’edizione 2025 della grand boucle: 180 i chilometri che separeranno la carovana gialla da Auch a Hautacam, con quattro asperità di giornata sulle quali spiccano il Col du Soulor, il Col des Borderes e soprattutto l’ascesa finale verso Hautacam, GPM fuori categoria, 12 chilometri con poco spazio per rifiatare e temperature previste piuttosto elevate.
Ben Healy proverà a tenere la maglia gialla, ma tutto dipenderà da quello che faranno gli altri big di classifica. E soprattutto da come starà Pogacar, che è rimasto “intrappolato” nella tattica dei Visma di cercare di isolarlo. La caduta è stata del tutto fortuita e involontaria, ma potrebbe avere un peso specifico enorme sull’economia del Tour. “Dovrebbe essere tutto ok, il fatto che sia subito ripartito ci ha subito rassicurati”, ha commentato Mauro Gianetti della UAE Team Emirates XRG. Ma la controprova la sia avrà soltanto sulla strada nei giorni a venire.